Ascensione

Dopo l’Ascensione il Risorto è continuamente, sacramentalmente, ecclesialmente presente per tutti
Tutti e quattro i Vangeli, come pure in san Paolo, presuppongono che il periodo delle apparizioni del Risorto sia stato limitato nel tempo. Paolo è consapevole che a lui, per ultimo, è stato ancora concesso un incontro con il Cristo risorto. Il senso delle apparizioni puntava a raccogliere una
cerchia di discepoli che potessero testimoniare che Gesù non è rimasto nel sepolcro, non è finito in polvere, ma è vivo. Gesù Cristo, il Figlio di Dio che nel grembo verginale di Maria ha assunto un volto umano iniziando una nuova creazione, risorge dai morti perché tutto il suo essere di figlio del Padre è perfetta e intima unione con Dio, che è l’amore davvero più forte della morte. Egli, come Dio creatore era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva donare  per amore la propria vita lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere definitivamente alla morte: in concreto nell’Ultima Cena egli ha anticipato e accettato la propria morte in croce, trasformandola così nel dono di sé non solo per il popolo di Israele ma per tutti, quel dono che ci dà la vita anche per il corpo, ci libera da Satana, ci perdona, ci salva e dà speranza in cieli nuovi e terra nuova. La sua risurrezione è stata dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte che ci sembra sommergere. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo nel quale ci si sente amati da Dio fino al perdono con la possibilità di amare non solo come si ama se stessi, ma più di se stessi, un mondo che, nonostante tutte le cattiverie penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma rinnovando ogni persona e lo attira a sé. La cerchia dei discepoli hanno la missione di annunciare al mondo che Gesù è il Vivente, la vita veramente vita che tutti naturalmente desideriamo con ogni bene senza più alcun male. Egli è Colui che ora è alla destra del Padre, anche con il suo corpo, ora vive, è la vita stessa in virtù della quale anche noi diventiamo i viventi nel sentirci amati fino al perdono e amando come Lui ci ama e quando questo accade in mezzo a tanto male avviene già il suo Regno verso il non ancora. Ma come avviene questo che interessa tutti? Dove lo troviamo? Lui, il Risorto, l’”Innalzato alla destra di Dio” fuori dello spazio e del tempo non è forze, di conseguenza del tutto assente, diversamente dai trenta tre anni prima di morire? O è invece raggiungibile in modo diverso non solo dagli israeliti ma da tutti gli uomini, da tutta la famiglia umana, la storia, l’intero universo? Esiste, tuttavia, nell’assenza di come è stato presente fino a quando si è lasciato uccidere anche una reale presenza e continua azione sua? Non viene forse a noi solo in un ultimo giorno sconosciuto? Può venire anche oggi, anche in questa celebrazione cui siamo presenti?

Queste domande sono presenti nel Vangelo di Giovanni, a anche nelle Lettere di san Paolo vi danno una risposta. L’essenziale di questa risposta è però tracciato anche nei racconti dell’”ascensione” con cui si conclude il Vangelo di Luca e cominciano gli Atti degli Apostoli. Si racconta che Gesù appare agli apostoli, ai quali si sono aggiunti i due discepoli di Emmaus. Mangia con loro e dà alcune istruzioni. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. E mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a Lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia…Noi ci aspetteremo il contrario. Noi ci aspetteremo che essi fossero rimasti tristi e sconcertati, con un compito apparentemente irrealizzabile, che andava al di là delle loro forze…Ma sarò sempre con voi nelle presenza eucaristica che fa il mio corpo la Chiesa, agirò nei sette sacramenti che vi ho dato  e nei sacramentali che vi darà la mia chiesa e le porte degli inferi non riusciranno mai a distruggervi nonostante la lotta che Satana continuamente vi farà con i suoi satelliti.. E’ questa anche la nostra fede che alla luce della sua Parola ravviviamo, invocando in questa novena il dono dello Spirito santo che riceveremo a Pentecoste domenica prossima e lo faremo pregando ogni giorno: vieni Spirito santo vieni per Maria.  

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