Preghiera 55

9 dicembre 2014
Preghiera di liberazione, di guarigione, di consolazione

“Non osare più, astuto serpente, di ingannare il genere umano, di perseguitare la chiesa di Dio, di scuotere e setacciare come il grano gli eletti di Dio (…). Te lo ordina l’eccelsa Madre di Dio, la Vergine Maria, che dal primo istante della sua immacolata concezione, con la sua umiltà, ha schiacciato il tuo capo superbo” (Rituale Romanum del 52) e tu con Lei non hai potuto nulla e non puoi nulla

Liturgia solennità Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Canti: -  all’inizio (186) Immacolata
                Comunione (251) Mira il tuo popolo
                 Esposizione (196) Inni e canti 

Omelia
Abbiamo celebrato ieri una delle più belle e significative feste della Beata Vergine Maria anche per la preghiera di
liberazione, di guarigione, di consolazione di questa sera: la solennità della sua Immacolata Concezione. Ma cosa significa che Maria è l’”Immacolata”? E che cosa dice a noi questa sera in preghiera di liberazione, di guarigione, di consolazione, questo titolo? Anzitutto facciamo riferimento ai testi biblici della liturgia dell’Immacolata, specialmente al grande “affresco” del capitolo terzo del Libro della Genesi e al racconto dell’Annunciazione del Vangelo di Luca. Lo facciamo con il canto.
285. 1. O santissima, clementissima, dolce Madre Maria! Luce e splendore nel tuo candore: ti preghiamo, benedici i figli tuoi.
2. O Santissima, clementissima, dolce Madre Maria! Viva esultanza, lieta speranza: ti preghiamo, benedici i figli tuoi!
Dopo il peccato originale, Dio si rivolge al serpente, che rappresenta Satana, all’origine della prima disgrazia dell’umanità, lo maledice come il nemico numero uno di ogni uomo che Dio ama, il tentatore per eccellenza e aggiunge una meravigliosa promessa, il primo Vangelo, la prima evangelizzazione, la prima lieta notizia: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). E’ l’annuncio di una rivincita contro questo angelo decaduto, divenuto un essere oscuro e conturbante che con proditoria astuzia agirà fino al termine della storia contro l’avvenimento redentore di Cristo: l’azione di Satana permane nella storia, ma non più con la possibilità di vincere come prima dell’Incarnazione. Satana ai primordi della creazione sembra avere la meglio, ma verrà un figlio di donna, il Figlio di Dio con un volto umano ricevuto nel grembo di Maria che ci amerà fino alla fine, l’umanità nel suo insieme e ogni io umano e morto – risorto, presente in continuità nella Chiesa e attraverso la Chiesa. In questo momento eucaristico tra noi qui convenuti per la messa, l’adorazione, il suo tocco sacramentale con l’olio benedetto: gli schiaccerà la testa. Così, mediante la stirpe della donna, Dio stesso vincerà e il futuro sarà di chi crede alla verità e all’amore con la sola forza della verità e dell’amore: quando storicamente accade questo in una persona, in una relazione con Dio e con il prossimo, avviene già il Suo Regno. Quella donna è la Vergine Maria, dalla quale è nato Gesù Cristo che, con il suo sacrificio rivelando l’altezza, la profondità, la larghezza, la lunghezza dell’amore di Dio Padre per l’umanità nel suo insieme, per ogni uomo del suo amore, ha sconfitto una volta per sempre l’antico tentatore, il continuo tentatore per eccellenza, che permane nella storia, combattuto in continuità dalla Parola di Dio, dalla presenza eucaristica e dall’azione sacramentale. Per questo, in tanti dipinti o statue dell’Immacolata, ella è rappresentata nell’atto di schiacciare un serpente sotto il suo piede.
L’evangelista Luca, invece, ci mostra la Vergine Maria che riceve l’annuncio del Messaggero celeste (Lc 1,26-38). Ella appare come l’umile e autentica figlia di Israele, vera Sion in cui Dio vuole porre la sua dimora per sempre. E’ il virgulto dal quale deve nascere il Messia, il re giusto e misericordioso. Nella semplicità della casa di Nazareth vive il  “resto” puro di Israele, dal quale Dio vuole, vincendo quest’essere pervertito e pervertitore,  far rinascere il suo popolo che continuerà nella Chiesa, corpo visibile della presenza invisibile del Risorto, come una nuova creazione, un nuovo albero che stenderà i suoi rami nel mondo intero, offrendo a tutti gli uomini frutti buoni di liberazione, di guarigione, di consolazione. A differenza di Satana con gli angeli ribelli, di Adamo ed Eva, Maria rimane obbediente alla volontà del Signore, con tutta se stessa pronuncia il suo “sì” e si mette pienamente a disposizione del disegno divino. E’ la nuova Eva, vera “madre di tutti i viventi”, di quanti cioè per la fede in Cristo ricevono la vita veramente vita che dura eternamente.
Durante gli esorcismi, i demoni, urlando, si rivolgono alla Madonna con odio  indicibile essendo l’unica creatura umana contro la quale non hanno mai potuto fare niente, e senza neppure osare di chiamarla per nome, se non rarissime volte, inveiscono verbalmente con tono sprezzante contro di Lei,  dicendo “quella là”, aggiungendo bestemmie e un cumulo di volgarità e d’ingiurie contro la sua persona. Ma la santità e lo splendore di Maria la pongono così in alto tra tutte le creature umane e angeliche che accade talvolta che i demoni sono costretti, pur odiandola, a riconoscere la grandezza, la potenza e il fulgore divino che splende in Lei. Questi momenti sono straordinariamente commoventi, perché i demoni, trovandosi accecati da così tanto splendore che per essi è dolorosissimo, sono obbligati a testimoniare la dignità straordinaria della Madre di Dio tra tutte le creature umane e angeliche, ad affermare tutta la verità su di Lei e ad aumentare la loro completa impotenza di fronte al volere di Colei che Dio onnipotente per natura, avendola proclamata Regina dei cieli cioè della zona di Dio e dell’Universo, della storia, ha reso “onnipotente per grazia” quando con la preghiera glielo permettiamo come per Dio che non tratta gli uomini come dei robot ma come persone libere da cui attendere l’apertura, la disponibilità appunto attraverso la preghiera del cuore. Preghiera che i demoni non vogliono assolutamente fare per superbia e per odio e che sentono come terribile per loro.
Naturalmente queste notizie attraverso i posseduti non aggiungono nulla a quello che già sappiamo e crediamo, tuttavia per noi esorcisti è estremamente consolante ed edificante constatare in maniera così evidente la validità e la forza della nostra fede nella presenza personale, viva del Risorto e della sua e nostra madre della Chiesa e attraverso lei del mondo: qui la femminilità, ferita in e da Eva, raggiunge il massimo splendore e positività. Inoltre tali esempi confermano ulteriormente la capacità della provvidenziale Sapienza divina di volgere continuamente al bene anche il male che accade con l’azione ordinaria e straordinaria del Maligno e quindi non c’è ragione di scandalizzarsi dell’azione demoniaca e del libero arbitrio proprio di creature angeliche e umane intelligenti e volenti cioè libere. E così, con una donna che ci fa attrarre verso  uomo-donna lo creò, anche e soprattutto a proposito della Vergine Maria, della sua santità e dei dogmi che la riguardano, i demoni ci forniscono involontariamente conferme. Tuttavia questo non significa affatto che possiamo o dobbiamo attingere la nostra istruzione religiosa anche dal demonio, ormai bugiardo sempre. Sarebbe fidarsi di un bugiardo per eccellenza. Se, per forte influsso divino, le verità della nostra fede possono talvolta essere affermate anche dai demoni, ciò non significa che dobbiamo impararle da loro: la verità va cercata e trovata solo in Cristo nel suo corpo che è la Chiesa.
Carissimi, che gioia immensa avere per Madre una femminilità Immacolata! Ogni volta che sperimentiamo, anche nella relazione uomo-donna, la nostra fragilità e la suggestione del male, possiamo rivolgerci a Lei, e il nostro cuore riceve luce  e conforto per ricreare nelle relazioni ciò che il cedimento alla tentazione cioè il peccato può aver distrutto, se mortale, aver rovinato, se veniale. E anche nella fatica di certi momenti del vissuto, nelle tempeste dove c’entra sempre l’azione ordinaria della tentazione o l’azione straordinaria del Maligno che possono farci vacillare nella fede e rubarci la speranza, pensiamo che siamo suoi figli e che le radici della nostra esistenza affondano nell’infinita grazia del dono, del perdono di Dio senza limiti in chi si lascia perdonare consapevole del peccato. La Chiesa stessa, anche se esposta agli influssi negativi del Maligno, trova sempre in Lei la stella per orientarsi e seguire la rotta ricreatrice indicatele da Cristo. Maria è infatti la Madre della Chiesa, come hanno solennemente proclamato il beato Papa Paolo VI e il Concilio Vaticano II. Mentre pertanto, rendiamo grazie a Dio per questo segno stupendo della sua bontà, affidiamo alla Vergine Immacolata ognuno di noi, le nostre famiglie e le comunità, tutta la Chiesa, le persone per le quali, questa sera, siamo qui convenuti in preghiera e il mondo intero. 

Preghiera e catechesi
“Non osare più, astuto serpente, di ingannare il genere umano, di perseguitare la Chiesa di Dio, di scuotere e setacciare come il grano gli eletti di Dio (….). Te lo ordina l’eccelsa Madre di Dio, la Vergine Maria, che dal primo istante della sua immacolata concezione, con la sua umiltà, ha schiacciato il tuo capo superbo” e viva come assunta, presente ecclesialmente qui e ora con il Figlio risorto continua a farlo, anche questa sera.
Il primo gennaio, ottava del Natale celebreremo la solennità della Madre di Dio, il “sì” che cambia la storia e la rende una storia di liberazione, di guarigione, di consolazione anche quando il vivere è fatica.
Vorrei iniziare contemplando la femminilità della Vergine Maria soffermandomi su quel stupendo mistero della fede che contempliamo ogni giorno nella preghiera dell’Angelus, composto da papa Alessandro VI alla luce liturgica della quarta domenica di avvento  per evangelizzare l’America Latina appena scoperta da Colombo. L’Annunciazione, narrata all’inizio del vangelo di san Luca, è un avvenimento accaduto a Nazareth in una fanciulla umile, un avvenimento nascosto – nessuno lo vide, nessuno lo conobbe, se non Maria e per ispirazione nell’incontro con e dalla cugina Elisabetta – ma al tempo stesso decisivo, centrale per la storia dell’umanità, vincendo la possibilità di vincere che aveva prima dell’incarnazione Satana. Quando la Vergine disse il suo “sì”, atteso dalla Trinità, da tutta la corte celeste e dall’umanità sottoposta da Satana e satelliti all’opposizione contro Dio, Gesù fu concepito e con Lui, il Dio che possiede un volto umano e che dirà il suo “Sì”  Padre per amore di tutta l’umanità e di ogni uomo che Dio ama. Così incominciò la nuova era della storia che stiamo vivendo, che sarebbe stata poi sancita nella Pasqua di morte, risurrezione, ascensione e invio dello Spirito come “nuova ed eterna alleanza”. In realtà, il “sì” di Maria è dono perfetto di quello di Cristo stesso quando entrò nel mondo, come scrive la Lettera agli Ebrei che ascolteremo a Natale interpretando il salmo 39 “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro della storia umana – per compiere, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,7). L’obbedienza del Figlio si rispecchia nell’obbedienza della Madre e così, per l’incontro di questi due “sì”, Dio ha potuto assumere un volto d’uomo secondo il suo progetto, volto ferito in Adamo ed Eva con il “no”, il peccato, buttato in faccia a Dio per istigazione di Satana e satelliti. Ecco perché l’Annunciazione che celebriamo nella quarta di Avvento è una festa cristologica, perché celebra il mistero centrale di Cristo: l’ incarnazione di Dio nello spazio e nel tempo attraverso una donna.
Quanto è importante la femminilità verginale di Maria cioè ella concepì Gesù non da seme maschile ma per opera dello Spirito Santo rimanendo vergine, come aveva profetizzato Isaia: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7,14) cioè Dio tra noi attraverso un volto umano in tutto uguale a noi tranne che il “no” del peccato con il “Sì” Padre dell’uomo perfetto. Questa antica promessa ha trovato compimento sovrabbondante nell’Incarnazione del Figlio di Dio con la possibilità di vincere Satana. Infatti, non solo la verginità femminile di Maria ha concepito, ma lo ha fatto per opera totale dello Spirito Santo, cioè di Dio stesso non solo, come in ogni io, per l’anima della natura umana di Gesù ma anche per il suo corpo. Quell’essere umano, unico e irripetibile come ogni essere umano, unito però ipostaticamente alla seconda persona divina della Santissima Trinità, comincia a vivere nel suo grembo prendendo carne, corpo da Maria, ma la sua esistenza deriva totalmente da Dio. E’ pienamente uomo, fatto di terra e quindi nello spazio e nel tempo, pure tentato dal diavolo - per usare il simbolo biblico - ma viene dall’alto, viene da Dio, dalla zona fuori dello spazio e del tempo cioè, come oggi risorto, fuori dello spazio e del tempo come Maria assunta e si fa presente sacramentalmente, liturgicamente nello spazio e nel tempo, nell’Eucaristia e agisce nei suoi sacramenti e nei  saramentali della Chiesa, quindi nella preghiera che stiamo facendo con l’unzione. Anche nel Natale di quest’anno canteremo “Oggi Cristo è nato”. Il fatto che la femminilità di Maria concepisca rimanendo vergine è dunque essenziale per la conoscenza di Gesù e per la nostra fede nella presenza e nell’azione sacramentale del Risorto. Testimonia che l’iniziativa è stata e rimarrà sempre di Dio e rivela chi è il concepito, il risorto che si è fatto presente anche questa sera  nella consacrazione e agisce nei suoi sette sacramenti e nei sacramentali della Chiesa con la donna eucaristica Maria, come questa sera nel tocco dell’olio santo che libera, guarisce, consola.
239 1. Madre santa, il Creatore da ogni macchia ti serbò. Sei tutta bella nel tuo splendore: Immacolata, noi ti acclamiam! R) Ave, ave, ave Maria!
2. Tanto pura, Vergine sei, che il Signor discese in te. Formasti il cuore al re dei re: Madre di Dio, noi ti acclamiam! R) Ave…
3. Gran prodigio Dio creò quando tu dicesti “Sì”. Il divin  Verbo donasti a noi: Vergine e Madre noi ti acclamiam! R) Ave…
4. Hai vissuto con il Signore in amore e umiltà. Presso la croce fu il tuo dolore: o Mediatrice, noi ti acclamiam! R) Ave…
5. Nella gloria Assunta sei, dopo tanto tuo patir. Serto di stelle splende per te: nostra Regina, noi ti invochiam! R) Ave…
6.Nelle lotte, nei timori, in continue avversità, della Chiesa Madre sei tu: Ausiliatrice, noi ti invochiam! R) Ave…
7. Tanto grande, Vergine, sei che dai ali al supplicar. Esuli figli vegli dal cielo: Consolatrice, noi ti invochiam! R) Ave…
8. Tu gloriosa vivi nei cieli con l’eterna Carità. Per te accolga la nostra lode ora e per sempre la Trinità! R) Ave…
Ci colpisce sempre, come rivivremo nella Messa di mezzanotte a Natale, il fatto che il momento decisivo della nascita del Figlio di Dio per il destino dell’umanità liberata dalla schiavitù di Satana, il momento in cui Dio si presenta possedendo un volto umano di bambino, oggi attraverso il segno del pane e del vino divenuti sostanzialmente Lui vivo che come sul calvario si offre al Padre per noi, è avvolto da un grande silenzio. L’incontro tra il messaggero divino e la vergine immacolata passa del tutto inosservata anche da chi gli è fidanzato: nessuno sa, nessuno ne parla tranne nell’incontro con Elisabetta. E’ un avvenimento che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste, perché l’azione storica di Dio non è mai spettacolare rispettando la libertà di tutti. Ciò che è veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si rivela più fecondo del frenetico agitarsi che, purtroppo in questo periodo di preparazione al Natale, caratterizza le nostre città, ma che – con le debite proporzioni – si viveva  in città importanti come la Gerusalemme di allora. Quell’attivismo cui punta il Maligno rende incapaci di fermarci per un esame di coscienza e prepararci alla confessione natalizia, sacramento di liberazione, di stare  tranquilli durante l’eucaristia, la comunione natalizia che si prolunga nel pranzo con i propri cari, non indifferenti ai poveri vedendo nei loro volti la continua incarnazione di Lui, di ascoltare il Signore che fa sentire nel Natale di quest’anno la sua voce discreta: quello che ci vuol donare di liberazione, guarigione e consolazione nel Natale di quest’anno non ce l’ha mai dato e non ce lo darà mai più e quindi il santo timore di lasciarlo passare invano. Maria, quel giorno in cui riceve l’annuncio dell’Angelo, era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all’ascolto di Dio e all’invito alla carità per Elisabetta. In lei non c’è ostacolo, non c’è schermo, non c’è nulla che la separi da Dio e dal prossimo, da ogni uomo che Dio ama comunque ridotto, pur con la preferenza per il suo sposo Giuseppe. Questo è il significato del suo essere esistenziale senza peccato originale: la sua relazione con Dio, cui innalzare durante il giorno mente e cuore in continuità cioè pregare, è libera da qualsiasi incrinatura pur minima con il prossimo; non c’è separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente “centrato” nel grande cuore di Dio che ha assunto un volto umano nel suo Figlio. Sia così la nostra spiritualità natalizia e saremo liberi, guariti e consolati anche nei momenti di fatica del vivere, in tutte le tribolazioni. 
Ricordati, o Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione, e sia stato abbandonato. Sorretto da tale confidenza ricorro a te, Madre, Vergine delle vergini, e mi umilio davanti a te, peccatore pentito. Madre del Verbo di Dio, accetta le mie preghiere e propizia esaudiscimi.

Venite processionalmente, incominciando da quelli in fondo alla Chiesa, per il  tocco dell’Unzione con l’olio benedetto ed esorcizzato: è il sacramentale cioè l’essere anche questa sera raggiunti, attraverso il segno sacramentale, dalla presenza invisibile del Risorto e dalla sua azione mentre, con questa fede, abbiamo presenti quelle speranze di liberazione, di guarigione, di consolazione per cui siamo qui convenuti come Chiesa con sempre all’orizzonte la grande speranza, la grande e sicura meta ultraterrena che giustifica anche la fatica del vivere.
(67) O Gesù ti adoro, ostia candida, sotto un vel di pane, nutri l’anima, solo in te il mio cuore si abbandonerà. Perché tutto è vano se contemplo Te.
Ora guardo l’Ostia, che si cela a me, ardo dalla sete di vedere Te: quando questa carne si dissolverà, il tuo viso luce, si disvelerà. Amen.
Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio nel cuore immacolato di Maria, per la sua passione e la sua croce guidaci all’amore del Risorto che, in questo momento, ci benedice. Per Cristo nostro Signore.
Amen
Dio sia benedetto…
Ed ora il sacramentale dell’acqua benedetta ed esorcizzata
Preghiamo. Signore Dio onnipotente, fonte e origine dell’anima e del corpo, benedici + quest’acqua e fa che ce ne serviamo con fede per implorare il perdono dei nostri peccati e la grazia di essere sorretti in ogni infermità e difesi da ogni insidia del nemico. La tua misericordia, o Padre, faccia scaturire per noi l’acqua viva della salvezza, perché possiamo accostarci a Te, con cuore puro e fuggire ogni pericolo dell’anima e del corpo. Per Cristo nostro Signore. 
Amen
Prossimo incontro martedì 13 gennaio 2015
(238) 1. C’è una terra silenziosa dove ognuno vuol tornare…una terra e un dolce volto con due segni di violenza; sguardo intenso e premuroso, che ti chiede di affidare la tua vita e il tuo mondo in mano a lei.  R) Madonna, Madonna Nera, è dolce esser tuo figlio!...Oh, lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te!
2. Lei ti calma e rasserena, lei ti libera dal male, perché sempre ha un cuore grande per ciascuno dei suoi figli; lei t’illumina il cammino se le offri un po’ d’amore, se ogni giorno parlerai a lei così: R) Madonna…
3. Questo mondo in subbuglio cosa all’uomo potrà offrire? Solo il volto di una Madre pace vera può donare. Nel tuo sguardo noi cerchiamo quel sorriso del Signore che ridesta un po’ di bene in fondo al cuor. R) Madonna…

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