Il Papa su aborto, eutanasia, uccisione degli embrioni e procreazione artificiale
Il Papa ha ridetto il giudizio della Chiesa su aborto, eutanasia, uccisione degli embrioni e ogni tipo di procreazione artificiale
“ … Non c’è dubbio che, ai nostri giorni, a motivo dei
progressi scientifici e tecnici, sono notevolmente aumentate le possibilità di
guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità
di “prendersi cura” della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e
indifesa. In effetti, le conquiste della scienza e della medicina possono
contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in
cui non si
allontanano dalla radice etica di tali discipline. Per questa ragione, voi
medici cattolici vi impegnate a vivere la vostra professione come una missione
umana e spirituale, come un vero e proprio apostolato laicale.
L’attenzione alla vita umana, particolarmente a quella
maggiormente in difficoltà, cioè all’ammalato, all’anziano, al bambino,
coinvolge profondamente la missione della Chiesa. Essa si sente chiamata anche
a partecipare al dibattito che ha per oggetto la vita umana, presentando la
propria proposta fondata sul Vangelo. Da molte parti, la qualità della vita è
legata prevalentemente alle possibilità economiche, al “benessere”, alla
bellezza e al godimento della vita fisica, dimenticando altre dimensioni più
profonde – relazionali, spirituali e religiose – dell’esistenza. In realtà,
alla luce della fede e della retta ragione, la vita umana è sempre sacra e
sempre “di qualità”. Non esiste una vita umana più sacra di un’altra: ogni vita
umana è sacra! Come non c’è una vita umana qualitativamente più significativa
di un’altra, solo in virtù di mezzi, diritti, opportunità economiche e sociali
maggiori.
Questo è ciò che voi, medici cattolici, cercate di
affermare, prima di tutto con il vostro stile professionale. La vostra opera
vuole testimoniare con la parola e con l’esempio che la vita umana è sempre
sacra, valida ed inviolabile, e come tale va amata, difesa e curata. Questa
vostra professionalità, arricchita con lo spirito di fede, è un motivo in più
per collaborare con quanti – anche a partire da differenti prospettive
religiose o di pensiero – riconoscono la dignità della persona umana quale
criterio della loro attività. Infatti, se il giuramento di Ippocrate vi impegna
ad essere sempre servitori della vita, il Vangelo vi spinge oltre: ad amarla
sempre e comunque, soprattutto quando necessita di particolari attenzioni e
cure. Così hanno fatto i componenti della vostra Associazione nel corso di
settant’anni di benemerita attività. Vi esorto a proseguire con umiltà e
fiducia su questa strada, sforzandovi di perseguire le vostre finalità
statutarie che recepiscono l’insegnamento del Magistero della Chiesa nel campo
medico-morale.
Il pensiero dominante propone a volte una “falsa
compassione”: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un
atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un
figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare
vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre. La
compassione evangelica invece è quella che accompagna nel momento del bisogno,
cioè quella del Buon Samaritano, che “vede”, “ha compassione”, si avvicina e
offre aiuto concreto (cfr Lc 10,33). La vostra missione di medici vi
mette a quotidiano contatto con tante forme di sofferenza: vi incoraggio a
farvene carico come “buoni samaritani”, avendo cura in modo particolare degli
anziani, degli infermi e dei disabili. La fedeltà al Vangelo della vita e al
rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e
controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione
di coscienza. E a tante conseguenze sociali che tale fedeltà comporta. Noi
stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. Ma uno sperimentare
male. Fare figli invece di accoglierli come dono, come ho detto. Giocare
con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro il Creatore:
contro Dio Creatore, che ha creato le cose così. Quando tante volte nella mia
vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone
all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un
problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema
filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è
lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero
moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere
significa lo stesso!”. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con
tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta.
Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio
io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo.
Vi auguro che i settant’anni di vita della vostra
Associazione stimolino un ulteriore cammino di crescita e di maturazione.
Possiate collaborare in modo costruttivo con tutte le persone e le istituzioni
che con voi condividono l’amore alla vita e si adoperano per servirla nella sua
dignità, sacralità e inviolabilità. San Camillo de Lellis, nel suggerire il
metodo più efficace nella cura dell’ammalato, diceva semplicemente: «Mettete
più cuore in quelle mani». Mettete più cuore in quelle mani. È questo anche il
mio auspicio. La Vergine Santa, la Salus infirmorum, sostenga i
propositi con i quali intendete proseguire la vostra azione. Vi chiedo per
favore di pregare per me e di cuore vi benedico. Grazie” ( Papa Francesco, Discorso ai
Partecipanti al Convegno commemorativo dell’Associazione Medici
Cattolici Italiani in occasione del 70° anniversario di fondazione, 15
novembre 2014).
Su questo principio non negoziabile della vita nei vari
ambiti di aborto, eutanasia, uccisione degli embrioni e ogni tipo di
fecondazione artificiale Papa Francesco
ha spiegato il suo stile, la sua direttiva pastorale: ”II parere della Chiesa lo si conosce e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in
continuazione”.
La maggioranza dei medici
presenti all’incontro dell’Associazione hanno condiviso e applaudito più
volte. C’è anche, purtroppo, chi sostiene il contrario, favorevoli non solo
alla fecondazione omologa ma anche eterologa e in polemica aperta con coloro
che vengono squalificati come “i più agguerriti difensori dell’ortodossia
cattolica”.
Papa Francesco pastoralmente non è certo un “agguerrito” ma
quel che ha detto è totalmente in continuità, in fedeltà al giudizio della
Chiesa: “La fedeltà al Vangelo della vita
e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e
controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione
di coscienza…Noi stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. Ma uno
sperimentare male. Fare figli invece
di accoglierli come dono,…Giocare con la vita. State attenti, perché questo è
un peccato contro il Creatore, che ha creato le cose così. Quando tante volte nella
mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si
oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – No, no. Non è un
problema religioso”. – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema
filosofico. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è
lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema”. –“Ma no, il
pensiero moderno…”- “Ma senti, nel pesniero antico e nel pensiero moderno la
parola uccidere significa lo stesso”. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti
sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto si fa questa
eutanasia nascosta. Ma anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine
della vita la faccio io, come voglio. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene
a questo…”.
Sarà interessante misurare l’impatto di questo
intervento da parte dell’opinione laica che ha deformato la non “modalità agguerrita” della pastorale
di Papa Francesco come una rivoluzione magisteriale.
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