Cafè teologico

Una lotta bellissima quando constatiamo che il Signore vince il Maligno in ogni tentazione della nostra vita, questo ci dà gioia, una felicità grande da farne notizia cioè evangelizzare.
Ma il Demonio come agisce ordinariamente e straordinariamente? Poteri e limiti
1.    Una lotta bellissima in ogni tentazione ordinaria
La vita del cristiano – prendo dalla meditazione mattutina di Papa Francesco del 30 ottobre, suo magistero petrino ordinario – “è una milizia” e ci vogliono “forza e coraggio” per “resistere” all’azione ordinaria, quotidiana del diavolo, per essere sempre pronti anche di fronte all’azione straordinaria cioè possessioni, ossessioni, vessazioni, infestazioni su persone e cose,  quindi “annunciare” la verità del farsi presente del Risorto con cui poter vincere il principe di questo mondo.
Ma questa “lotta è bellissima”, perché “quando il Signore vince in ogni passo, in ogni tentazione della nostra vita, ci dà
gioia, una felicità grande”: è questa la lieta notizia di fronte al male nel mondo cioè il Vangelo: testimoniarlo raccontando quello che avviene in noi e attorno a noi, è evangelizzare la presenza e l’azione efficace del Risorto.
Riflettendo sulle parole di Paolo nella Lettera agli Efesini (6,10-20) e sul “linguaggio militare” da lui adoperato, Papa Francesco, sempre nella Messa celebrata a Santa Marta giovedì 30 ottobre, ha parlato di quella che i teologi hanno definito “lotta spirituale” cioè lotta per amare in rapporto all’azione ordinaria del Maligno cioè la tentazione quotidiana: “per andare avanti nella vita spirituale, per crescere nell’amore di Dio in noi e attraverso di noi, si deve combattere pregando “non permettere che soccombiamo, non abbandonarci alla tentazione” che è l’azione ordinaria, “liberaci dal Male, dal Maligno” che è l’azione straordinaria.
Certo c’è bisogno di ”forza e coraggio”, ha spiegato anzitutto il Pontefice, perché non si tratta di un “semplice scontro”  ma di un “combattimento contro” il “principe delle tenebre”. E’ quel serrato confronto che veniva richiamato dal catechismo, nel quale “ci hanno insegnato che i nemici della vita cristiana, della vita umana sono tre: il demonio, il mondo e la carne”  cioè la tendenza al male con cui veniamo concepiti in conseguenza del peccato originale. Si tratta della lotta quotidiana, quella che più interessa al demonio perché coinvolge l’uomo nel male, nel peccato, mentre nell’azione straordinaria, anche se la più spettacolare, l’uomo è fatto soffrire senza sua responsabilità, spesso senza colpa. E’ lotta quotidiana contro “la mondanità” cioè “fare del momento storico di vita, la vita veramente vita” e quindi contro “invidia, lussuria, gioia, piacere, superbia, orgoglio, gelosia” , tutte passioni “che sono le ferite del peccato originale” per cui nasciamo tutti con la tendenza al male.
Qualcuno potrebbe chiedersi: “Ma la salvezza che ci dà Gesù, il Crocefisso risorto, che si fa presente nell’eucaristia e agisce nei sacramenti e sacramentali, è gratuita?”. Sì, ha risposto Francesco, ma non senza di noi e quindi noi con Lui nella preghiera e nella vigilanza “anche tu devi difenderla!”. E come, scrive Paolo, per farlo bisogna “indossare l’armatura di Dio”, perché “non si può pensare a una vita spirituale, di amore, a una vita cristiana cioè umana” senza “resistere alle tentazioni, senza lottare quotidianamente contro il diavolo”. Che illusione e quindi che delusione chi non ha questa consapevolezza di dover lottare nella vita contro il diavolo ogni giorno! E’ fuori della realtà ritenere che tutto il male che accade nel mondo sia originato solo dal libero arbitrio dell’uomo.
E pensare – ha constatato Francesco – che molti oggi ci hanno e puntano a farci credere “che il diavolo fosse un mito da medioevo, una figura, un’idea del male”, una deficienza. Invece “il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui”, è un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. E’ all’origine della prima  e c’entra in ogni disgrazia  dell’umanità. E’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana non più certo con la possibilità di vincere che ha avuto prima dell’inizio dell’Incarnazione e prima della presenza di Lui risorto nella Chiesa. E’ una presenza e incontro con Lui che avviene con la Sua Parola attraverso la testimonianza biblica, con la sua presenza eucaristica e i suoi gesti cioè i sette Sacramenti e i Sacramentali della Chiesa come la preghiera di Esorcismo. Lo ricorda san Paolo, ce lo assicura la Sua Parola, “la parola di Dio lo dice”, eppure, soprattutto dopo il ’69, nonostante il Concilio ne abbia parlato 18 volte, sembra che oggi “non siamo tanto convinti di questa realtà”. Eppure, oltre l’esperienza del male cui andiamo incontro,  esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di credere il Maligno esistente; ovvero chi ne fa un principio a se stante, non avente esso pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure lo spiega come una pseudo realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri mali. Non c’è concezione cristiana completa della vita di ogni uomo  e della storia se si oblitera un particolare fondamentale come quello del centro dell’opposizione all’avvenimento redentore di Cristo che permane nella storia.
Ma come è fatta questa “armatura di Dio” per esperimentarne la liberazione? Qualche dettaglio ce lo fornisce l’apostolo: “State saldi, dunque, state saldi, attorno ai fianchi la verità”, la bontà, la bellezza cioè Dio, il senso religioso di ogni realtà finita nel rimando all’infinito e su questa via l’incontro con Gesù Cristo risorto, presente nella Chiesa e attraverso la Chiesa, l’Infinito, il Dio che possiede un volto umano, che ci ha amato e ci ama sino alla fine, l’umanità nel suo insieme e ogni io umano cioè ogni persona. Quindi occorre innanzitutto salvaguardare l’apertura originaria di ogni io alla realtà in ogni ambito cioè alla verità perché “il diavolo è bugiardo, è il padre dei bugiardi”, oscura la coscienza dissolvendo il senso religioso della realtà.
 Poi, continua Paolo, occorre indossare “ la corazza della giustizia”; infatti, ha spiegato il vescovo di Roma e di tutte le Chiese particolari, “non si può essere cristiani, senza lavorare continuamente per essere giusti” a livello di rapporti interpersonali e pubblici, sociali e politici.
E ancora: “I piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace”. Difatti “il cristiano è un uomo o una donna di pace” e se non ha la “la pace nel cuore”  c’è in lui qualcosa che non va: è la pace che “ti dà forza per la lotta”, ti fa vincere anche il Maligno.
Infine, si legge nella Lettera agli Efesini: “Afferrate sempre lo scudo della fede”. Su questo dettaglio si è soffermato il Pontefice: “Una cosa che ci aiuterebbe tanto sarebbe domandarci. Ma come va la mia fede? Io credo nella presenza ecclesiale del Dio divinamente umano che fin dal Battesimo m’ha fatto figlio nel Figlio per la vita veramente vita che dura eternamente  o non credo? O credo un po’ sì e un po’ no riducendo Gesù a un personaggio storico di allora da imitare? Sono un po’ mondano puntando, nel vissuto, tutto all’immediato e un po’ credente?”. Quando recitando il Credo ogni Domenica, lo facciamo solo a “parole”? Siamo consapevoli, ha chiesto Francesco, che “senza fede non si può andare avanti, non si può difendere la salvezza, la liberazione di Gesù?”.
Richiamando il brano evangelico di Giovanni, al capitolo nono, in cui Gesù guarisce il ragazzo che i farisei non volevano credere fosse cieco, il Papa ha fatto notare come Gesù non chieda al ragazzo dopo la guarigione: “Sei contento? Sei felice? Hai visto che io sono buono?”, ma: “Tu credi nel Figlio dell’uomo, (nella presenza di Dio nel volto umano che è qui davanti a te)? Tu hai questa fede?”. Ed è la stessa domanda che rivolge “a noi tutti i giorni” quando preghiamo con il Padre nostro: Tu qui presente non abbandonarci alla tentazione, liberaci dal Male, dal Maligno. Una domanda ineludibile perché davanti al Tu presente che preghiamo “se la nostra fede è debole, il diavolo vincerà” perché solo con Cristo, anteponendo tutto e tutti a Lui, possiamo vincere, essere liberati.
Lo scudo della fede non solo “ci difende, ma anche ci dà vita”. E con questo, dice Paolo, potremo “spegnere tutte le frecce infuocate del maligno”. IL diavolo infatti “non ci butta addosso fiori” ma “frecce infuocate, velenose, per uccidere”.
L’armatura del cristiano, ha continuato il Papa, è composta anche “dall’elmo della salvezza”, dalla “spada dello Spirito” e dalla preghiera, soprattutto dalla preghiera fatta insieme in famiglia, con amici, gruppi cioè quando può accadere la preghiera del cuore contro la quale, Satana che odia, non può nulla. Lo ricorda san Paolo: “in ogni occasione, pregate” cioè ci sono le preghiere del mattino e della sera ma pregare in ogni occasione è innalzare spesso mente e cuore a Lui, lavorando, soprattutto incontrando dei volti. E lo ha ribadito il Pontefice per consentire a Dio di intervenire attraverso la nostra apertura a Lui: “Pregate, pregate”. Non si può, infatti, “portare avanti una vita cristiana cioè umana senza la vigilanza e la preghiera”.
Per questo la vita cristiana può essere considerata una “milizia”. Ma è, ha affermato il papa, “ una lotta bellissima”, perché ci dà “quella gioia che il Signore ha vinto in noi, con la sua gratuità di salvezza”. Eppure, ha concluso, siamo tutti “un po’ pigri” e “ci lasciamo portare avanti dalle passioni, da alcune tentazioni”. Ma anche se “siamo peccatori” non dobbiamo scoraggiarci, perdere serenità e pace, “perché c’è il Signore con noi, che ci ha dato e ci dà tutto”  e, consapevoli della sua presenza e aperti alla sua azione, ci farà “anche vincere questo piccolo passo di oggi”, la tentazione, la nostra battaglia quotidiana, con “la grazia della forza, del coraggio, della preghiera, della vigilanza e la gioia”.

2 . Poteri e limiti del demonio[1]
a)    Che cosa il demonio può conoscere
E’ necessario tener presente che il demonio è un angelo creato buono e anche se decaduto il suo intelletto, a differenza di quello dell’uomo, conosce, fin dal primo istante della sua creazione, in modo più o meno perfetto (in proporzione al grado della sua perfezione), non solo le cose del mondo materiale e visibile, ma anche le leggi fisiche e chimiche dell’universo e il mondo spirituale. Si tratta, però, sempre non di un dio cattivo onnipotente ma di una creatura e quindi di una conoscenza naturale limitata, anche se molto vasta e profonda.
b)    Che cosa il demonio non può conoscere
“Anzitutto non può conoscere in pienezza il mistero di Dio nella sua realtà divina trascendente ogni creatura, anche quella angelica, come anche la sua volontà imperscrutabile. In forza del peccato il diavolo ha avuto una certa oscurità nella sua facoltà conoscitiva che lo rende ottuso e ignorante su molti aspetti della verità che odia. Sant’Agostino dice che per il demonio, la conoscenza priva dell’amore diventa stoltezza e chiusura mentale, grettezza e insipienza fino a cadere in gravi ingenuità. Egli è portato alla falsità e alla menzogna, ma ciò riduce notevolmente il suo campo conoscitivo. Stravolge la logica e rimane imprigionato nella sua povertà spirituale. Ciò capita anche nell’ambito della conoscenza umana quando non è illuminata dalla luce della verità, segue gli orientamenti della menzogna e della cattiveria, cadendo poi nella propria rovina”. [2]
Altre cose escluse dalla sfera della conoscenza del demonio sono gli avvenimenti futuri dipendenti da cause pienamente  libere, e i segreti pensieri delle menti degli uomini.
Gli avvenimenti futuri dipendenti da cause pienamente libere (non quelle dipendenti da cause necessarie e anche da cause congiunturali, inclinate cioè a produrre un particolare fenomeno anziché un altro), non possono essere conosciuti dal demonio, perché non sono contenuti in alcun modo nelle loro cause; salvo, ovviamente, il caso in cui il demonio non appaia come strumento di Dio nel predire un evento dipendente da causa pienamente libera.
Il demonio, inoltre, non può conoscere, in modo diretto, i pensieri dell’uomo, contro la volontà di lui; siccome però il pensiero (a causa dell’intima, sostanziale unione dell’anima con il corpo) può produrre facilmente movimenti o modificazioni nell’atteggiamento esterno dell’uomo (gioia, tristezza, ecc.), ne segue che da tali modificazioni il demonio, essere intelligente, può più o meno conoscere, in modo indiretto, il pensiero dell’uomo (2) (San Tommaso, De Malo, 16, a 8).

Potere del Demonio nel campo operativo
Dal campo conoscitivo, passiamo al campo operativo, ossia al potere del demonio in genere sulla materia corporea. In forza della sua “superiorità” sul mondo materiale visibile, il demonio possiede un certo potere sugli elementi della materia corporea. Vediamo due cose: ciò che non può fare e ciò che può fare.
Ciò che  il Demonio non può fare
a)    Il demonio non può informare l’anima umana, il corpo dell’uomo per costituire con esso una persona completa. Essendo un essere puramente spirituale, il demonio infatti, è completo sia come sostanza sia come persona; mentre l’anima è completa, sì, come sostanza, ma è incompleta come persona (la persona è un io di anima e di corpo).
b)   Il demonio non può unirsi all’anima ipostaticamente, ossia, personalmente, poiché solo un essere infinito – Dio – può comunicare ad una natura distinta dalla sua, la propria personalità (come di fatto è avvenuto nell’Incarnazione del Verbo).
c)    Il demonio non può creare la materia, poiché solo una potenza infinita, quale quella di Dio, può far passare liberamente, per amore una cosa dal non essere all’essere.
d)   Il demonio, non può produrre mutamenti miracolosi (per esempio mutare l’acqua in vino), poiché essendo egli un essere creato e perciò un agente limitato, deve necessariamente seguire nelle sue operazioni l’ordine stabilito dalle leggi della natura: può quindi solo indurre nella materia quella forma alla quale la materia stessa è in potenza prossima. Dio è “il solo che fa cose meravigliose” (Salmo 71,18) ossia, miracoli.

Ciò che il Demonio può fare
Esposto ciò che il demonio non può fare, vediamo ora brevemente ciò che egli può fare, sia in generale, riguardo la materia corporea, sia in particolare, riguardo l’uomo.
Ciò che il Demonio può fare in genere
Il potere del demonio, in genere, è limitato al mutamento della materia corporea. Sorge perciò spontanea la domanda: in che modo? In modo immediato e diretto, oppure in modo mediato e indiretto?
Il demonio, non può mutare, in modo immediato e diretto la natura corporea; non può mutarla sia sostanzialmente (trasformando, per esempio, un legno in cenere), sia accidentalmente (producendo, per esempio, nell’uomo una infermità). Può però produrre nella natura corporea, in modo indiretto e immediato, cioè, mediante il moto locale dei corpi (trasportandoli da un luogo all’altro) innumerevoli alterazioni sia sostanziali che accidentali, per esempio, trasportare, con facilità e rapidità, da un luogo all’altro, corpi pesantissimi, sollevarli e mantenerli sospesi nell’aria; può radunare diversi elementi naturali e dare origine a fenomeni che all’uomo possono apparire sorprendenti, come fecero, per esempio, con il loro ausilio, i maghi del Faraone (Es 7,8).
Il demonio, come l’angelo buono, inoltre può formarsi un corpo sia di animale che d’uomo (incluse le fattezze di un particolare individuo) ed assumerle in modo da esercitare in esso (servendosene come strumento) le funzioni ordinarie della vita: mangiare, bere, parlare, camminare, ecc., senza però che un tale corpo diventi parte essenziale della sua natura (la storia di Tobia ne è una prova). Si tratta evidentemente, di azioni pienamente meccaniche, non già vitali, poiché il corpo in un tal modo assunto non è un corpo vivente, informato dall’anima.

Ciò che il demonio può fare in particolare riguardo all’uomo
Si tratta del potere degli esseri puramente spirituali sia sul corpo dell’uomo con i suoi sensi (esterni e interni), sia sull’anima con le sue facoltà spirituali (intelletto e volontà).
Sul corpo dell’uomo
Sul corpo dell’uomo, il demonio può esplicare un’attività straordinaria mediante la vessazione o l’ossessione o la possessione o l’infestazione.
La vessazione diabolica è l’azione, da parte del diavolo e dei demoni, tesa ad aggredire e a tormentare l’uomo fisicamente, con tagli, oppure scottature, graffi, punture, morsi, bastonate, colpi che lasciano lividi, tumefazioni e piaghe a sangue, frattura di ossa, incisioni nella pelle di lettere, parole o segni che persistono per un certo tempo e poi scompaiono.
L’ossessione consiste in tentazioni molto più violente e insistenti di quelle ordinarie. I demoni possono agire sui sensi esterni e su quelli interni. Su quelli esterni, ossia sulla vista (con apparizioni mostruose per atterrire, oppure seducenti, al fine di distogliere dalla pratica della virtù e attirare al male), sull’udito (con rumori, al fine di disturbare, con parole o canti osceni e blasfemi) e sul tatto (o con stimoli provocanti al male o con percosse). Su quelli interni cioè sull’immaginazione e la memoria con pensieri, idee o immagini ossessive, talvolta razionalmente assurde, ma tali che la vittima non è in grado di respingere e che pur avvertendo chiaramente come estranea a sé, giunge al punto da sembrare realmente sua. Le ossessioni possono essere di diverse forme e di diverso grado e intensità e possono giungere sino al punto di dominare completamente la mente di una persona. In quel caso si manifestano come fortissime e prolungate tentazioni, nonostante i continui sforzi di allontanarle. “Possono essere tentazioni  dei sensi assurde (alimentari o sessuali), ma soprattutto sono contro Dio e tutti gli aspetti religiosi che ci tengono legati a Lui. Solo l’abbandono in Dio aiuta a non soccombere in questa sommersione e l’esorcismo è talora necessario per liberare da questa violenza esteriore o interiore”[3] spesso sono accompagnate dalla convinzione di essere impazziti e la persona diventa sempre più cupa, triste, prostrata e disperata.
Data la somiglianza e, spesso, il legame stretto tra le reali ossessioni demoniache e malattie psichiatriche, il discernimento non sempre è facile. Vi sono casi in cui queste ultime hanno un’origine esclusivamente patologica; altri casi in cui hanno, all’origine, un’azione straordinaria del demonio ed altri ancora dove l’azione straordinaria del demonio amplifica, in maniera abnorme. Piccoli pensieri ossessivi e modesti, comportamenti compulsivi, che possono essere normali quando sono saltuari, fugaci e soprattutto controllabili, ma che diventano improvvisamente, invasivi, assillanti e continui sotto quest’azione, disturbando pesantemente la psiche di una persona. Inoltre dobbiamo considerare che anche un soggetto isterico o squilibrato può essere vittima di una ossessione diabolica, la quale finisce  con il sovrapporsi e con l’aggravare il suo stato. Per tutti questi motivi il campo delle ossessioni demoniache è uno dei più difficili da valutare, più delle vessazioni e delle possessioni demoniache. Queste, infatti, per i segni esterni che il più delle volte manifestano, sono più facilmente identificabili. Per arrivare a conclusioni concrete, ogni caso deve essere esaminato a parte con analisi differenziate. Un dato, che potrebbe dare un indizio significativo sull’origine di una ossessione, è la presenza di un blocco, parziale o totale, nei confronti della preghiera; o, addirittura l’odio verso tutto ciò che è sacro, senza motivazione. Ma non sempre è così. Molti esorcisti, hanno constatato che anche persone che pregano e ricevono regolarmente i sacramenti e non presentano questi sintomi o questi atteggiamenti, possono essere soggette a forme ossessive di origine malefica. Si consideri anche, che, proprio a causa di una sovrapposizione dell’azione malefica su una ossessione patologica, c’è bisogno talora di intervenire sia con una terapia medica, sia con l’esorcismo.
La possessione diabolica, consiste in un vero dominio dispotico, di diverso grado e intensità, esercitato direttamente sul corpo e indirettamente sull’anima dell’uomo, il quale, in un tale stato, si sente impotente ad agire, per cui viene definito appunto posseduto dal demonio: non ha più la regia del suo io. Il demonio si serve delle sue membra per i suoi scopi (muove la lingua per farlo parlare, muove i piedi per farlo camminare, muove la mano per farlo scrivere automaticamente, ecc.), per cui la persona non è minimamente responsabile delle azioni che compie, anche quando sono sommamente oltraggiose ed oscene, poiché manca la libera volontà dell’uomo.
Il demonio può manifestare attraverso quella persona capacità di parlare correttamente lingue sconosciute o capire chi le parla; conoscere fatti distanti o nascosti; può manifestare una forza che è sproporzionata al peso e all’età della persona, e altri fenomeni di questo genere che più sono numerosi e più sono indicativi, primo fra tutti il segno di una violenta avversione al sacro, che si esprime attraverso bestemmie a Dio e alla Madonna, ai santi, maledizioni, parole empie, blasfeme e/o oscene. La persona posseduta in tal modo dal demonio – ma questi sono fenomeni molto più rari – può sputare dalla bocca, oggetti come: aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi, ciocche di capelli, vetri di stoffa, pile, pupazzetti, pezzi di carne, corde, fili, anelli, orecchini e altre cose tra le più varie. Può persino essere sollevata per l’aria, oppure essere trasportata da un luogo all’altro in breve tempo.
Si può rilevare che, nel posseduto, vi sono periodi di crisi alternate a periodi di calma, più o meno lunghi, duranti quali si presenta uguale a tutti gli altri. La crisi si manifesta con l’irrigidimento o il rilassamento del corpo, con il mutamento della fisionomia, del timbro di voce, con un mutismo assoluto o con una loquacità impressionante, con urli, con gesti goffi, ecc. Nei momenti di crisi il posseduto può perdere, completamente o parzialmente la coscienza di ciò che gli accade.
L’infestazione locale è una azione del demonio sulla natura inanimata (luoghi, case, oggetti) per colpire indirettamente l’uomo che Dio ama, Dio sempre bersaglio del Maligno. “La presenza del Diavolo e di altri demoni si manifesta e si concretizza non solo nel caso di persone tentate o possedute, ma anche quando cose e luoghi sono fatti in qualche modo oggetto dell’azione diabolica…” [4]
Il diavolo e i demoni possono tormentare l’uomo interiormente, cioè nelle sue cose: per esempio con rumori inspiegabili in casa, sul tetto, sul pavimento o sulle mura, sulle porte o sulle finestre o sui mobili. Altri fenomeni, che sono stati segnalati, seppure rari, sono: una grandinata di sassi, che cadono come dal nulla sul tetto o anche in casa; rumori di passi invisibili; scoppi simili a quelli di petardi o di esplosioni – sebbene non materialmente avvenute – circoscritti a un luogo (ad esempio a una stanza o un terreno); grande fracasso di catene e di ferraglie, alternati a colpi rimbombanti e a boati; voci misteriose, oppure urla, risate, strepiti; campanelli invisibili che trillano; scomparsa di oggetti, che o non vengono più ritrovati, oppure vengono ritrovati nei punti più impensati della casa o nei dintorni; quadri che si staccano dalle pareti e cadono senza motivo comprensibile; indumenti, lenzuola, coperte, sedie che lievitano nell’aria, ecc.
c)    Sull’anima dell’uomo e sulle sue facoltà
Il demonio può esercitare indirettamente una influenza sull’intelligenza dell’uomo per mezzo delle immagini sensibili che egli può suscitare sia nei sensi esterni sia nella facoltà immaginativa, servendosi delle energie latenti del nostro sistema nervoso. Non può invece agire direttamente sulla volontà dell’uomo, in modo indiretto, presentandole qualche oggetto sotto forme attraenti, oppure esercitando le passioni dell’appetito sensitivo, che hanno un notevole influsso sulla volontà, la quale, tuttavia, può sempre resistere. Dio solo può muovere efficacemente la volontà dell’uomo, essendone Egli l’Autore. Nel crearlo libero, come gli angeli, Dio ha autolimitato la sua onnipotenza e quindi non tratta angeli e uomini come robot ma attirando per una risposta libera e manifesta la sua onnipotenza nel perdono.
Presenza del demonio
Il demonio essendo un essere interamente spirituale, trascende il tempo e lo spazio; conseguentemente, egli non può trovarsi, per ragione della sua sostanza, in un luogo e in un tempo determinato; può trovarsi in un luogo, e in un tempo, solo applicando il suo potere o attività ad un oggetto materiale determinato (animato o inanimato, non escluso il corpo umano), muovendolo e mutandolo.
L’angelo, sia quello buono che quello cattivo, è là dove agisce, come motore esterno (non già come principio vitale interno), ossia, si serve del corpo come uno strumento, senza però animarlo (come invece fa l’anima nei riguardi del corpo). Egli può trasferirsi, con la rapidità del pensiero, da un luogo all’altro, anche il più lontano, pur non potendo trovarsi, contemporaneamente in luoghi diversi.
I demoni, essendo esseri puramente spirituali, sono privi di quantità corporea, spaziale; per cui quando sono in un luogo oppure all’esterno o all’interno di uno o più corpi od oggetti, si rendono presenti non tramite la loro quantità, che non hanno, ma tramite la loro azione; in altre parole, si trovano dove agiscono.[5] Questo è il motivo per cui uno stesso demonio può contemporaneamente entrare e molestare i corpi di più persone; in tal caso più corpi umani formano l’ unico luogo in cui egli direttamente esplica la sua attività. Questo non deve farci cadere nell’errore di credere ad una onnipresenza del demonio. Solo Dio è onnipresente. I demoni, in quanto esseri puramente spirituali, privi di materia, non sono legati allo spazio. La loro presenza è connessa alla loro azione, la quale, appartenendo a un essere limitato, è necessariamente circoscritta.
Come fanno essi dunque a conoscere tante cose degli uomini? Schiere innumerevoli di demoni si trovano nell’aria, in ogni punto della terra, e perciò vedono e sentono ciò che fanno e ciò che dicono gli uomini. E siccome possono radunarsi con la rapidità di un baleno, si comunicano le cose vedute e udite e ne informano i loro capi, particolarmente Satana o Lucifero, loro capo supremo, il quale dà ordini ai principali, e costoro li trasmettono agli altri. Tutti percorrono la terra per tentare di sedurre gli uomini, per spargere fra di essi la zizzania dell’invidia, dell’odio, della discordia, della lussuria; per suscitare lotte, guerre, per insozzarla di peccati e di vizi (si ricordino le parole della preghiera a San Michele Arcangelo, composta da Leone XII: “E tu Principe della milizia celeste, incatena nell’inferno Satana e gli spiriti maligni che vagano per il mondo a perdizione delle anime”).
L’attività ordinaria, continua, del demonio sull’uomo è la tentazione, la quale non è altro che un incitamento per coinvolgere l’uomo nel male cioè a peccare. E’ questa, non quella straordinaria, l’attività più subdola, deleteria e devastante di cui dobbiamo preoccuparci. Egli è il nemico numero uno, è “il tentatore per eccellenza” (Paolo VI). Si può asserire con San Tommaso che tutte le tentazioni, in modo diretto o indiretto, provengono dal demonio: in modo diretto, agendo direttamente sui sensi esterni ed interni (specialmente sulla fantasia e sulla memoria); in modo indiretto, agendo attraverso i sensi esterni ed interni, nonché attraverso la tendenza al male o concupiscenza, conseguenza del peccato originale commesso  dai nostri progenitori per istigazione di Satana. San Paolo parla della lotta degli uomini “contro gli spiriti maligni” (6,12); San Pietro ci ammonisce che il nostro “nemico”, il diavolo, “come leone ruggente, va in giro, cercando chi divorare” (1 Pt 5,8). San Paolo però ci assicura: “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1 Cor 10,13).

   

    



[1] A. I. E. Lettera circolare trimestrale numero 61 pp. 13-22. A cura dell’Associazione Internazionale Esorcisti.
[3] René Laurentin, Il demonio, mito o realtà, Editrice Massimo – Edizioni Segno, 1995, pag. 230.
[4]Rito degli esorcismi, e preghiere per circostanze particolari”, Libreria Editrice Vaticana, 2001, Premesse generali a cura della congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Preghiera e Esorcismo per circostanze particolari, p.89, par.1.
[5] Gli esseri incorporei non sono nel luogo per un contatto di dimensioni, come i corpi, ma per un contatto dinamico (o applicazione delle loro attività). CFR. S. Tommaso di D’Aquino, Somma teologica Prima, q.8, 2, ad1. Gli esseri incorporei, ossia gli angeli e i demoni, possono agire e agiscono di fatto sui corpi. Ora, per agire, devono toccare in qualche modo i corpi e quindi è possibile solo nel secondo modo, cioè per contactum virtutis, cioè della loro azione.

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