Preghiera 40
Gesù si carica delle nostre tentazioni, porta con Sé la nostra miseria
per vincere il Maligno e aprirci, in preparazione della Pasqua annuale, il cammino di
liberazione, guarigione, consolazione
“Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: “E’ per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni”. Altri, poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli conoscendo le loro intenzioni, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno?...Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino” (Lc 11,14-22).
Nella parola che il Signore in questo momento ci ha rivolto attraverso un brano del Vangelo di Luca c’è un aspetto desolante e uno consolante.
Desolante è vedere come gli uomini di allora e anche di adesso cercano pretesti per non ascoltare la voce di Dio; qui addirittura, per non ascoltare attraverso Gesù Dio che possiede un volto umano e che
parla, accusandolo di scacciare i demoni con il potere dei demonio cioè gli danno dell’indemoniato.
Consolante è che Gesù risorto, presente eucaristicamente qui e ora dinnanzi a noi, proclama con grande forza di essere Lui il più forte rendendo forti anche noi innalzando mente e cuore a Lui con la preghiera “non abbandonarci nella tentazione”, “liberaci dal Male Maligno, da vessazioni, da malattie fisiche e psichiche”.
L’uomo ben armato che monta la guardia alla porta della sua casa è figura del demonio, sicuro di aver sconfitto l’uomo, di averlo definitivamente indirizzato sulla strada della sofferenza e della perdizione. Ma, ed ecco l’aspetto consolante, arriva uno più forte di lui: questo più forte di lui è Gesù stesso, che vince il demonio, gli strappa l’armatura e ne distribuisce il bottino. Per questo Egli, qui dinnanzi a noi eucaristicamente e in noi convenuti fraternamente in preghiera come ogni secondo martedì del mese, il vincitore, può dire: “Chi non è con me, è contro di me; e chi attraverso la preghiera non raccoglie con me, disperde”. Uniti a Lui appartenendo per sempre fin dal Battesimo al suo corpo che è la Chiesa, accogliendo il nuovo Papa come suo Vicario chiunque sia e il Vescovo unito al Papa, abbiamo esperimentato e possiamo esperimentare giorni di sole e di brezza leggera in famiglia, in parrocchia, in piccoli gruppi fraterni, nella società, nel lavoro, nel divertimento e vi sono stati e ci saranno anche momenti in cui le acque sono agitate come in questo momento di Conclave, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembra dormire. Ma Lui in vissuti fraterni familiari, parrocchiali, comunitari, nonostante in Europa ormai i cattolici siano minoranza, c’è sempre e la barca della Chiesa non è mia, non è nostra ma è sua. E il Signore non la lascia affondare, occorre esserne consapevoli nella piena appartenenza e nell’accogliere con il Catechismo e il suo Compendio il suo insegnamento; Lui la conduce, certamente anche attraverso continue tentazioni anche del diavolo, negatività, vessazioni, perfino possessioni. Il demonio è un ottimo attore, venditore di falsità offerte come verità, presentando i vizi come virtù e sa anche straziare e tormentare i corpi. Il tormento dei corpi, pur essendo una realtà sconvolgente e drammatica, non è l’attività primaria dell’azione demoniaca, e direi che è la realtà che più va a suo sfavore, perché suo malgrado lo rende sensibilmente presente e di conseguenza costringe Cristo – tramite il suo corpo che è la Chiesa con i suoi ministri, gli esorcisti – a combatterlo, costringe Cristo ad intervenire.
L’attività più subdola, deleteria e devastante, è altra: sono le tentazioni continue, quotidiane in tutti e dappertutto. Le possessioni, che oltre tutto sono molto rare, le vessazioni, le ossessioni sono la punta di un immenso iceberg. E’ della massa sommersa dell’iceberg che dobbiamo preoccuparci non solo e soprattutto della punta emergente sempre cangiante e perfino, soprattutto oggi, distraente. Se l’azione demoniaca si riducesse a questi fenomeni esterni che oggi, purtroppo, raccolgono la più grande attenzione mediatica e quindi psicologica, potremmo dire “povero diavolo con tutta la tua intelligenza e potenza a cosa ti sei ridotto; la battaglia sarebbe più semplice e facile. Certo non va sottovalutata la tentazione in ogni momento e l’opera demoniaca che è il contrastare a tutti i livelli personali, ecclesiali e sociali, culturali, economici, politici, sino alla fine dei tempi – l’attuazione del regno di Dio, avendo come oggetto anche l’uomo, ogni uomo. Ma ascoltiamo la voce del Signore in questo momento e mettiamo in Lui la nostra sicurezza pregando il mattino e la sera con il Padre nostro e almeno ogni Domenica con la Messa con quel sano ottimismo fondato sulla fede che “Io ho vinto il principe di questo mondo” e sulla Chiesa, in attesa del nuovo Papa, “le porte degli inferi non prevarranno” “Io sarò con voi sempre”. Ma senza questa consapevolezza di fede, di appartenenza alla Chiesa cattolica e di speranza, e quindi di amore, senza la continua preghiera le nostre opere sono a rischio e anche quando abbiamo l’impressione di averne un vantaggio, non è che un vantaggio momentaneo. In realtà se non congiungiamo all’udire, l’obbedire cioè se non ascoltiamo la voce del Signore camminiamo come un cieco e a un certo punto siamo costretti a tornare indietro e a rifare faticosamente la strada. Se l’ascoltiamo pregando, raccogliamo con Lui e il nostro raccolto è per sempre. Egli infatti è sempre il più forte e se siamo con Lui tutto va bene, non soccombiamo mai nella tentazione.
Sapere e pensare continuamente che Lui presente è il più forte è una consolazione grande, una certezza meravigliosa che equilibra anche psicologicamente:più forte del demonio, più forte di un mondo indemoniato, più forte di ogni tentazione di fare del sesso, del possesso, del successo il criterio primo e ultimo di scelta, di ogni prova, di ogni malattia, più forte di ogni difficoltà. Egli è in noi, viene in noi quando caduti ci rialziamo con il suo perdono soprattutto con la confessione, viene in noi nella Comunione soprattutto della pasqua annuale e domenicale (la pasqua originaria e fondamentale è quella settimanale della Domenica con la Messa, cui punta anche quella annuale),e Lui è sempre il più forte. Le nostre impressioni che ci disturbano, hanno poca importanza: c’è Lui, e Lui è il più forte e alla fine la vittoria sarà sempre anche nostra con Lui. Noi, certo ci affatichiamo a raccogliere, e con Lui avremo raccolto sovrabbondante, perché Lui è il più forte.
Quanto è importante ripeterci spesso che il Signore accanto a noi è il più forte, perché sovente siamo tentati di pensare che nella nostra debolezza, nel ricordo di cadute passate, non avremo mai la vittoria: questa è la tentazione delle tentazioni! E invece siamo sicuri di vincere, di non soccombere mai, perché abbiamo in noi, anche con l’icona del crocefisso di san Benedetto, Gesù il Signore e con il rosario Lei che non è mai caduta. Cantiamo il ritornello, pensando come passare e celebrare il prossimo Venerdì Santo, La Croce di Cristo è nostra gloria, salvezza, è risurrezione.
(192) In te la nostra gloria, o croce del Signore. Per te salvezza e vita nel sangue redentor. R) La Croce di Cristo è nostra gloria, salvezza, è risurrezione.
1. Dio ci sia propizio e ci benedica e per noi illumini il suo volto. R) La Croce di Cristo…
2. Sulla terra si conosca la tua via, la tua salvezza in tutte le nazioni. R) La Croce di Cristo…
3. Si rallegrino, esultino le genti: nella giustizia tu giudichi il mondo. R) La Croce di Cristo…
4. Nella rettitudine tu giudichi i popoli, sulla terra governi le genti. R) La Croce di Cristo…
Il Mercoledì delle Ceneri abbiamo iniziato il cammino liturgico della Quaresima verso la celebrazione annuale della Pasqua, riattualizzando Gesù che si ritira nel deserto: è il luogo del silenzio, della povertà dove l’uomo è privato degli appoggi materiali e si trova di fronte alle domande fondamentali di ogni esistenza, è spinto ad andare all’essenziale e proprio per questo gli è più facile incontrare Dio, ascoltare Lui che ci parla attraverso la Scrittura, Lui che si dona in persona nell’Eucaristia e ci perdona nel Sacramento della Riconciliazione: quanto è importante nel cammino quaresimale una maggiore sobrietà nel cibo, nei divertimenti per donare nella carità, partecipare a giornate di ritiro, ad incontri di catechesi, prepararci alla confessione pasquale con la correzione fraterna in famiglia. Ma il deserto è anche il luogo della morte, perché dove non c’è acqua non c’è neppure vita, ed è il luogo della solitudine in cui l’uomo, noi, io sento più intensa la tentazione, per la quale oggi, nonostante sia la continua azione demoniaca per tutti e in ogni giorno, non si dà vigilanza: vigilate, pregate, fate penitenza ci ricorda Gesù. E Pietro nella sua Lettera commenta: Satana vi circuisce come un leone ruggente. E Gesù va nel deserto e fa la sua quaresima prima della vita pubblica e là subisce la tentazione, come uomo in tutto uguale a noi tranne che nel peccato, di lasciare la via indicata dal Padre per seguire altre strade più facili e mondane (Lc 4,13). Così Egli si carica delle nostre tentazioni, porta con Sé la nostra miseria, per vincere il Maligno e aprirci il cammino verso Dio, il cammino della conversione: non ci conosce per sentito dire ma per esperienza diretta. Non soccombendo la tentazione diventa anche per ogni uomo un bene, un’occasione di fede e morale.
Quanto è importante riflettere sulle tentazioni a cui è sottoposto Gesù nel deserto, è un invito ad una domanda fondamentale che spesso dovremmo porci a livello personale, di coscienza, soprattutto nel cammino quaresimale che ci prepara alla celebrazione annuale della Pasqua: che cosa conta davvero nella mia vita?
Nella prima tentazione il diavolo propone a Gesù di cambiare una pietra in pane per spegnere la fame dopo tanti giorni di digiuno. Gesù che non ha mai fatto miracoli per se stesso ribatte che ogni uomo vive anche di pane per la vita biologica, ma non di solo pane perché ha una vita spirituale con queste domande originarie “da dove vengo nascendo?”, “dove vado a finire morendo?”, “da dove viene il male che c’è nella storia e chi mi libera?”, “c’è un al di là non solo dell’anima ma anche del corpo e con chi il corpo mi mette in relazione di amore?”: senza una risposta alla fame di verità, di Dio, l’uomo non si può salvare, non può essere libero e quidni non può amare.
Nella seconda tentazione, il diavolo propone a Gesù la via del porre al primo posto la via del possedere, del successo, del potere: lo conduce in alto e gli offre il dominio del mondo; ma non è questa la strada di Dio che non vuol, non può costringere, essendo amore, e neppure la strada che può realizzare, rendere felice l’uomo: Gesù ha ben chiaro che non fare del possedere, del successo, del potere il criterio primo e ultimo che rende felici, libera, salva, ma il potere della croce con cui attirare tutti cioè della larghezza dell’amore (non escludere nessuno), della lunghezza dell’amore (esso è perseverante e nessuna difficoltà lo vince) dell’altezza dell’amore (portare ogni uomo alla dignità di figlio nel Figlio di Dio) della profondità dell’amore (condividere fino in fondo le miserie di ogni uomo) e queste caratteristiche dell’amore vero vengono raggiunte nell’umiltà, nella semplicità.
Nella terza tentazione, il diavolo propone a Gesù di gettarsi dal pinnacolo del Tempio di Gerusalemme e farsi salvare da Dio in modo spettacolare, mediante i suoi angeli, di compiere cioè qualcosa di sensazionale per mettere alla prova Dio stesso; ma la risposta è che Dio non è un oggetto a cui imporre condizioni: è il Signore di tutto.
Qual’ è il nocciolo delle tre tentazioni che subisce Gesù e attraverso le quali passiamo anche noi? E’ la proposta di strumentalizzare perfino Dio, di usarlo per i propri interessi, per la propria gloria e per il proprio successo. E dunque, in sostanza di mettere se stessi al posto di Dio, rimuovendolo dalla propria esistenza o facendolo sembrare superfluo: è quello a cui Satana ci tenta! E questa sera, cantando il suo perdono, dovremmo chiederci allora: Che posto ha Dio nella mia vita? E’ Lui il Signore o sono io?
Superare la tentazione di sottomettere Dio a sé e ai propri interessi anche nella preghiera di domanda o di metterlo in un angolo e convertirsi al giusto ordine di priorità, dare a Dio il primo posto ogni giorno, soprattutto nella Pasqua settimanale, è un cammino che ogni cristiano deve percorrere sempre di nuovo. Oggi non si può più essere cristiani come semplice conseguenza del fatto di vivere in una società che ha radici cristiane: anche chi nasce da una famiglia cristiana ed è educato cristianamente deve, ogni giorno per non soccombere nella tentazione, rinnovare la scelta di essere cristiano, cioè dare a Dio il primo posto, di fronte alle tentazioni che attraverso una cultura secolarizzata il demonio gli propone di continuo, di fronte al giudizio critico di molti contemporanei.
(71) R) Signore, ascolta: Padre perdona! Fa’ che vediamo il tuo amore.
1. A te guardiamo, Redentore nostro, da te speriamo gioia di salvezza, fa che vediamo grazia di perdono. R) Signore…
2. Ti confessiamo ogni nostra colpa, riconosciamo ogni nostro errore e ti preghiamo: dona il tuo perdono. R) Signore…
3. O buon Pastore, tu che dai la vita; Parola certa, roccia che non muta: perdona ancora, con pietà infinita. R) Signore…
Venire processionalmente, incominciando da quelli in fondo alla Chiesa, per l’unzione con l’olio benedetto, è il sacramentale cioè l’essere raggiunti, toccati dal Risorto mentre abbiamo presenti quelle piccole speranze di liberazione, di guarigione, di consolazione, per cui siamo qui convenuti questa sera in preghiera, con sempre nell’orizzonte la grande speranza, la speranza affidabile. Attendendo seduti possiamo tornare, attraverso i fogli, su qualche punto che lo Spirito santo ci ha fatto particolarmente comprendere, gustare e a cui convertirci in rapporto al nostro vissuto personale, coniugale, comunitario, sociale e quindi cantare o ascoltare il canto proposto.
Per la benedizione eucaristica
(67) 1. O Gesù ti adoro, ostia candida, sotto un vel di pane, nutri l’anima, solo in te il mio cuore si abbandonerà, perché tutto è vano se contemplo te.
2. Ora guardo l’ostia, che ti cela a me, ardo dalla sete di vedere te: quando questa carne si dissolverà, il tuo viso, luce, si disvelerà. Amen.
Preghiamo. Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacramento dell’Eucarestia ci hai lasciato il memoriale della sua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue per sentire sempre in noi, soprattutto in quest’Anno della fede, i benefici della Redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen
Dio sia Benedetto…
Ed ora il sacramentale dell’acqua benedetta, esorcizzata
Preghiamo. O Dio, per salvare tutti gli uomini hai racchiuso nell’acqua i segni più grandi della tua grazia. Ascolta la nostra preghiera e infondi in quest’acqua la tua + benedizione perché assunta a servizio dei tuoi misteri, sia portatrice dell’efficacia della tua grazia per mettere in fuga i demoni e debellare le malattie. Tutto ciò che con essa verrà asperso sia liberato da ogni influsso del Maligno; nelle dimore dei tuoi fedeli non abiti più lo spirito del Male e sia allontanata ogni insidia. Grazie all’invocazione del tuo santo nome,possano i tuoi fedeli uscire illesi da ogni assalto del nemico. Per Cristo nostro Signore.
Amen
Prossimo incontro martedì 9 aprile. L’incontro di maggio non sarà il secondo martedì, il 14 maggio, ma il primo martedì cioè il 7 maggio.
(238) 1. C’è una terra silenziosa dove ognuno vuol tornare, una terra e un dolce volto con due segni di violenza; sguardo intenso e premuroso, che ti chiede di affidare la tua vita e il tuo mondo in mano a lei. R) Madonna, Madonna Nera, è dolce esser tuo figlio! Oh, lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te!
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