Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio
L’intelligenza della fede richiede sempre che si i suoi contenuti essenziali e perenni siano espressi con un linguaggio nuovo, capace di presentare la speranza presente nei credenti, anche di oggi, a quanti ne chiedono ragione. Come per il Catechismo di san Pio X di fronte al modernismo occorre rifarsi, nell’incertezza di questo periodo storico, alla fede completa della Tradizione cattolica presentata dal Catechismo della Chiesa Cattolica e dal suo Compendio
“La fede ha bisogno di essere sostenuta per mezzo di una dottrina capace di illuminare la mente e il cuore dei credenti. Il particolare momento storico che viviamo, segnato tra l’altro da una drammatica crisi di fede, richiede l’assunzione di una consapevolezza tale da rispondere alle grandi attese che sorgono nel cuore dei credenti per i nuovi interrogativi che interpellano il mondo e la Chiesa. L’intelligenza della fede, quindi, richiede sempre che i suoi contenuti siano espressi con un linguaggio nuovo, capace di presentare la speranza presente nei credenti a quanti ne chiedono ragione (1 Pt 3,15).
È compito particolare della Chiesa mantenere vivo ed efficace l’annuncio di Cristo, anche attraverso l’esposizione della dottrina che deve nutrire la fede nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio fatto
uomo per noi, morto e risorto per la nostra salvezza. Essa lo deve compiere instancabilmente attraverso forme e strumenti adatti, perché quanti accolgono e credono all’annuncio del Vangelo rinascano a nuova vita mediante il battesimo.
Nel cinquantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Vaticano II, mentre la Chiesa riflette ancora sulla ricchezza d’insegnamento del contenuto in quei documenti e trova nuove forme per attuarlo, è possibile verificare il grande cammino compiuto in questi decenni nell’ambito della catechesi, cammino però che non è stato esente, negli anni del dopo Concilio, da errori anche gravi nel metodo e nei contenuti, che hanno spinto ad una approfondita riflessione e condotto così all’elaborazione di alcuni Documenti postconciliari che rappresentano la nuova ricchezza nel campo della Catechesi.
Il venerabile Servo di Dio Paolo VI ebbe a scrivere, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: “Una via da non trascurare nella evangelizzazione è quella dell’insegnamento catechetico. L’intelligenza, soprattutto quella dei fanciulli e degli adolescenti, ha bisogno di apprendere, mediante un insegnamento religioso sistematico, i dati fondamentali, il contenuto vivo della verità che Dio ha voluto trasmetterci e che la Chiesa ha cercato di esprimere in maniera sempre più ricca, nel corso della sua lunga storia” (n.44).
Alla stessa stregua, il beato Giovanni paolo II, a conclusione del Sinodo dei Vescovi dedicato alla Catechesi scrisse: “Lo scopo della Catechesi, nel quadro generale dell’evangelizzazione, è di essere la fase dell’insegnamento e della maturazione, cioè il tempo in cui il cristiano, avendo accettato mediante la persona di Gesù Cristo come il solo Signore e avendogli dato un’adesione fede la globale mediante una sincera conversione del cuore, si sforza di conoscere meglio questo Gesù, al quale si è abbandonato” (Catechesi tradendae, 20).
Per celebrare il ventesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, il beato Giovanni mio Predecessore convocò un altro Sinodo dei Vescovi e, in quella sede, i Padri Sinodali espressero il vivo desiderio che si procedesse alla stesura di un Catechismo per offrire alla Chiesa universale una sintesi sistematica della dottrina e della morale secondo il dettato conciliare. Con la Costituzione apostolica Fidei depositum, dell’11 ottobre 1992, il beato Giovanni Paolo II promulgava il Catechismo della Chiesa Cattolica e, con Motu proprio del 28 giugno 2005, io stessoho approvato e promulgato il Compendio del Catcehismo della Chiesa Cattolica.
Non si possono dimenticare altre tappe significative per precisare la natura, i metodi e le finalità della catechesi nel processo dell’evangelizzazione. Nel 1971, la Congregazione per il Clero pubblicò il Direttorio Catechistico Generale con l’intento di compiere una prima sintesi riguardo il cammino compiuto nelle diverse Chiese locali, che, nel frattempo, avevano realizzato un loro proprio percorso catechetico. A seguito della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, la stessa Congregazione per il Clero, nel 1997, emanò il Direttorio Generale per la Catechesi, ribadendo il desiderio della Chiesa che una prima tappa del processo catechistico sia ordinariamente dedicata ad assicurare la conversione (n. 62).
Con la Lettera apostolica, in forma di Motu roprio, Ubicumque et semper, ho istituito, il 21 settembre 2010, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che svolge “la propria finalità sia stimolando la riflessione sui temi della nuova evangelizzazione, sia individuando e promovendo le forme e gli strumenti atti a realizzarla” (art.1 & 2). In modo particolare, ho voluto assegnare al nuovo Dicastero il compito di “promuovere l’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica, quale formulazione essenziale e completa del contenuto della fede per gli uomini del nostro tempo” (art. 3, 5°).
Ciò considerato ritengo opportuno che tale Dicastero assuma tra i suoi compiti istituzionali quello di vegliare, per conto del Romano Pontefice, sul rilevante strumento di evangelizzazione che rappresenta per la Chiesa la Catechesi, nonché l’insegnamento catechetico nelle sue diverse manifestazioni, in modo da realizzare un’azione pastorale più organica ed efficace. Questo nuovo Pontificio Consiglio potrà offrire alle Chiese locali e ai Vescovi diocesani un adeguato servizio in questa materia.
Perciò, accogliendo la concorde proposta dei Capi Dicastero interessati, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in materia di catechesi la Costituzione apostolica Pastor bonus, del 28 giugno 1988, aveva affidato alla Congregazione per il clero, con la stessa giurisdizione che finora esercitava la medesima Congregazione in questa materia ed è richiesta dall’ordinamento canonico” (Benedetto XVI, Motu Proprio Ubicumque et semper, 16 gennaio 2013).
Di conseguenza il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione:
1. cura la promozione della formazione religiosa dei fedeli di ogni età e condizione;
2. ha facoltà di emanare nome opportune perché l’insegnamento della Catechesi sia impartito in modo conveniente secondo la costante tradizione della Chiesa;
3. Ha il compito di vigilare perché la formazione catechetica sia condotta correttamente nel rispetto delle metodologie e finalità secondo le indicazioni espresse dal magistero della Chiesa;
4. concede la prescritta approvazione della Sede Apostolica per i catechismi e gli altri scritti relativi all’istruzione catechetica, con il consenso della Congregazione per la Dottrina della Fede;
5. assiste gli Uffici catechistici in seno alle Conferenze Episcopali, segue le loro iniziative riguardanti la formazione religiosa ed aventi carattere internazionale, ne coordina l’attività ed eventualmente offre loro l’aiuto necessario.
Il rinnovamento conciliare punta a quell’intelligenza della fede affinché i suoi contenuti vengano espressi con un linguaggio nuovo, capace di presentare la speranza presente nei credenti anche oggi a quanti ne chiedono ragione. Ma oggi viviamo in un momento storico segnato tra l’altro da una drammatica crisi di fede e il cammino catechetico negli anni del dopo Concilio non è stato esente da errori anche gravi nel metodo e nei contenuti. Lo ha rilevato Benedetto XVI, ricordando alcuni Documenti postconciliari che rappresentano tutti, non solo quello iniziale del 1971, la nuova ricchezza nel campo della Catechesi. Particolarmente importante l’Evangelii nuntiandi e il discorso conclusivo del beato Giovanni paolo II a conclusione del Sinodo dei Vescovi dedicato alla Catechesi dove afferma i due momenti:
- il cristiano, avendo accettato mediante la fede la persona di Gesù Cristo incontrato e presente nella Chiesa, come il solo Signore e avendogli dato un’adesione globale mediante una sincera conversione del cuore,
- si sforza di conoscere meglio questo Gesù cioè Dio che possiede il volto umano, che ci ha amato sino alla fine ciascuno e l’umanità nel suo insieme rivelando il volto del Padre e donando il suo Spirito che libera dal peccato e quindi dalla morte.
Nella visita ad limina dei Vescovi austriaci, preoccupati degli errori gravi nel metodo e nei contenuti della fede Benedetto XVI ha dato questa direttiva:
“Utilizzate, per favore, con zelo
Il Compendio e il Catechismo della Chiesa Cattolica!
Fate in modo che i sacerdoti e i catechisti
Adottino questi strumenti,
che vengano spiegati nelle parrocchie,
nelle unioni e nei movimenti
e che vengano utilizzati nelle famiglie
come importanti letture!
Nell’incertezza di questo periodo storico
E di questa società, offrite agli uomini
la certezza della fede completa della Chiesa!
La chiarezza e la bellezza della fede cattolica
sono ciò che rende
Luminosa la vita dell’uomo anche oggi!
Questo in particolare se viene presentata
Da testimoni entusiasti ed entusiasmanti!”
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