Sì a Dio e no al maligno
“Rinunciate a Satana?” Questo ci dice che fin dal Battesimo c’è un “sì” a Dio e un “no” al potere personale del Maligno che coordina tutto il male e si vuol fare dio di questo mondo
“Rinunciate a Satana?”. Questo ci dice che c’è un “sì” a Dio e un “no” al potere del Maligno che coordina tutte queste attività (di distruzione dell’amore di Dio) e si vuol fare dio di questo mondo, come dice ancora san Giovanni. Ma non è Dio, è solo l’avversario, e noi non ci sottomettiamo al suo potere; noi diciamo “no” perché diciamo “sì”, un “sì” fondamentale, il “sì” dell’amore e della verità. Queste tre rinunce, nel rito del Battesimo, nell’antichità, erano accompagnate da tre immersioni: immersione
nell’acqua come simbolo della morte, di un “no” che realmente è la morte di un tipo di vita e risurrezione ad un’altra vita. Su questo ritorneremo. Poi, la confessione in tre domande: “Credete in Dio Padre onnipotente, Creatore; in Cristo e, infine, nello Spirito santo e la Chiesa?”. Questa formula, queste tre parti, sono state sviluppate a partire dalla Parola del Signore “battezzare in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”; queste parole sono concretizzate e approfondite; che cosa vuol dire Padre, cosa vuol dire Figlio – tutta la fede in Cristo, tutta la realtà del Dio fattosi uomo – e che cosa vuol dire credere di essere battezzati nello Spirito Santo, cioè tutta l’azione di Dio nella storia, nella Chiesa, nella comunione dei Santi. Così, la formula positiva del Battesimo è anche un dialogo: non è semplicemente una formula. Soprattutto la confessione della fede non è soltanto una cosa da capire, una cosa intellettuale, una cosa da memorizzare – certo, anche questo – tocca all’intelletto, tocca anche il nostro vivere, soprattutto. E questo mi sembra molto importante. Non è una cosa intellettuale, una pura formula. E’ un dialogo di Dio con noi, un’azione di Dio con noi, e una risposta nostra, è un cammino. La verità di Cristo si può capire soltanto se si è capita la sua via. Solo se accettiamo Cristo come via incominciamo realmente ad essere nella via di Cristo e possiamo anche capire la verità di Cristo. La verità non vissuta non si apre; solo la verità vissuta, la verità accettata come modo di vivere, come cammino, si apre anche come verità in tutta la sua ricchezza e profondità. Quindi, questa formula è una via, espressione di una nostra conversione, di un’azione di Dio. E noi vogliamo realmente tenere presente questo anche in tutta la nostra vita: che siamo incomunione di cammino con Dio, con Cristo. E così siamo in comunione con la verità: vivendo la verità, la verità diventa vita e vivendo questa vita troviamo anche la verità.
Adesso passiamo all’elemento materiale: l’acqua. E’ molto importante vedere due significati dell’acqua. Da una parte, l’acqua fa pensare al mare, soprattutto al Mar Rosso, alla morte nel Mar Rosso. Nel mare si rappresenta la forza della morte, la necessità di morire per arrivare ad una nuova vita. Questo mi sembra molto importante. Il Battesimo non è solo una cerimonia, un rituale introdotto tempo fa, e non è soltanto un lavaggio, un’operazione cosmetica. E’ moto di più di un lavaggio: è morte e vita, è morte di una certa esistenza e rinascita, risurrezione e nuova vita. Questa è la profondità dell’essere cristiano: non è solo qualcosa che si aggiunge, ma è una nuova nascita. Dopo aver attraversato il Mar Rosso, siamo nuovi. Così il mare, in tutte le esperienze dell’Antico Testamento, è divenuto per i cristiani simbolo della Croce. Perché solo attraverso la morte, una rinuncia radicale nella quale si muore ad un certo tipo di vita, può realizzarsi la rinascita e può realmente esserci vita nuova. Questa è una parte del simbolismo dell’acqua: simboleggia – soprattutto nelle immersioni dell’antichità – il Mar Rosso, la morte, la Croce. Solo dalla Croce si arriva alla nuova vita e questo si realizza ogni giorno. Senza questa morte sempre rinnovata, non possiamo rinnovare la vera vitalità della nuova vita in Cristo.
Ma l’altro simbolo è quello della fonte. L’acqua è origine di tutta la vita; oltre il simbolismo della morte, ha anche il simbolismo della nuova vita. Ogni vita viene anche dall’acqua, dall’acqua che viene da Cristo come la vera vita che ci accompagna all’eternità” (Benedetto XVI, Convegno ecclesiale d ella Diocesi di Roma, 11 giugno 2012).
Possiamo documentare che grazie alla ininterrotta presenza e incontro sacramentale fin dal Battesimo con la Persona viva di Gesù Cristo, alla potenza liberatrice del Dio che possiede un volto umano, la cultura dell’Occidente è sta liberata sia dalla paura, sia dal dominio dei diavoli che Egli è venuto a debellare e a sconfiggere. Chi pretende che neppure si parli del demoniaco come l’Apocalisse lo sintetizza, chi addirittura non celebra più nel rito battesimale la preghiera dell’esorcismo dato lo scandalo che provoca nella cultura secolarizzata, in realtà favorisce il diffondersi nuovamente della paura e del dominio di Satana, dal quale Cristo è venuto a liberarci insegnandoci a pregare ogni giorno, soprattutto nel Padre nostro e nel’embolismo della celebrazione eucaristica: non abbandonarci nella tentazione, liberaci dal Male – Maligno, liberaci da ogni male.
Concretamente e storicamente parlando, il male che si è abbattuto sull’uomo non già per il semplice fatto della sua disobbedienza, ma per effetto della volontà dell’uomo stesso dietro l’istigazione e l’influsso di Satana. Il peccato si colloca non nella cornice di una generica lotta tra il bene e il male, ma nello scontro tra Dio e Satana, tra il regno di Dio e l’azione contraria a Cristo di Satana. Lo stato di spogliazione dei beni di grazia e dei doni preternaturali in cui l’uomo è caduto per influsso di Satana, è non un atto ma uno stato di vero peccato cioè di vera avversione a Dio e di schiavitù sotto la potestà di Satana. Paolo VI il 15 – XI – 1972: “Il demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità. E’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana”.
Non c’è concezione cristiana completa della vita dell’uomo e della storia se si oblitera un particolare fondamentale come quello del centro dell’opposizione all’avvenimento redentore di Cristo che permane, opera nella storia, non più certo, con la possibilità di vincere che ha avuto prima dell’Incarnazione del Signore risorto che continua la sua vittoria nella via divino umana della Chiesa, con la Sua Parola e il darsi personalmente nei Sacramenti, ma per la possibilità che egli esercita di contestare e rendere difficoltosa l’affermazione della gloria di Cristo risorto nella storia. Rifiutando di riconoscerlo esistente, uscendo quindi dal quadro del fondamento della testimonianza biblica e del normativo insegnamento ecclesiastico o, pastoralmente non presentandolo adeguatamente nella catechesi, fino a non fare l’esorcismo battesimale, si corre il rischio di perdere la consapevolezza della natura profonda e cattolica della fede e di non avere una visione adeguata su chi è Dio, chi è ogni uomo e da dove proviene il male e come ci si libera; proprio l’assenza di questa visione adeguata ci rende particolarmente vulnerabili nei confronti della storia. Non è un caso che questa difficoltà di tipo culturale ad avere chiara oggi perfino la consapevolezza condivisa dell’esistenza del demonio, chi sia, che cosa fa e come lo si vince, rende anche il popolo cristiano così subalterno a questo tremendo proliferare di sette deviate, di forme deviate di cristianesimo fino a un satanismo a buon mercato che comunque condiziona certamente anche la vita dei giovani, contribuendo all’attuale emergenza educativa. Il catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che l’esistenza degli angeli e dei demoni “è una verità di fede”. La testimonianza della Sacra Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione.
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