La famiglia

La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa

“La nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica (Familiaris consortio, 65). Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. La famiglia è infatti la via della Chiesa perché è “spazio umano” dell’incontro con Cristo. I coniugi, “non solo ricevono l’amore di Cristo, diventando
comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante” (ibid., 49). La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio è attuazione particolare della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa, essa è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo. L’accoglienza e la trasmissione dell’amore  divino si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli, nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno civile. La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina. Sant’Agostino ha una celebre frase: “immo vero vides Trinitatem, si caritatem vides”, “Ebbene, sì, tu vedi la Trinità, se vedi la carità” ( De Trinitate, VIII, 8). E la famiglia è uno dei luoghi fondamentali in cui si vive e si educa all’amore, alla carità.
Nella scia dei miei Predecessori, anch’io ho più volte esortato gli sposi cristiani ad evangelizzare sia con la testimonianza della vita che con la partecipazione alle attività pastorali. L’ho fatto anche di recente, ad Ancona, in occasione della chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale italiano. Là ho voluto incontrare i coniugi e i sacerdoti. Infatti i due Sacramenti detti “del servizio della Comunione” (CCC, n. 1534), Ordine Sacro e Matrimonio, vanno ricondotti all’unica sorgente eucaristica. “Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità per l’edificazione del popolo di Dio. Questa prospettiva consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera mera destinataria dell’azione pastorale..La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa” (Omelia ad Ancona, 11 settembre 201). In virtù di ciò “la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale. ….Nessuna vocazione è una questione privata, tanto meno quella del matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera” (Ibid.).
Vi sono degli ambiti in cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei Vescovi: l’educazione di bambini,adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione; la formazione dei coniugi, specialmente delle coppie giovani; le esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile; la pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta all’intero arco della vita, valorizzando il tempo del lavoro e quello della festa” (Benedetto XVI, Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, 1 dicembre 2011).

Benedetto XVI ha ricordato la preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012: “Sarà per me e per noi tutti una grande gioia ritrovarsi insieme, pregare fare festa con le famiglie venute da tutto il mondo, accompagnate dai loro pastori”.
Ha ringraziato la Chiesa Ambrosiana per il grande impegno profuso finora e per quello dei prossimi mesi. Ha invitato le famiglie di Milano e della Lombardia ad aprire le porte per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo. “Nell’ospitalità sperimenteranno gioia ed entusiasmo; è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l’esperienza di fede ad esso legata. Nella mia lettera di convocazione all’Incontro di Milano chiedevo ‘un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale’, perché l’evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane  in tutto il mondo. Ringrazio quanti hanno già realizzato iniziative in tal senso e invito chi non lo ha ancora fatto ad approfittare dei prossimi mesi. Il vostro Dicastero ha provveduto a redigere un prezioso sussidio con catechesi sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”; ha inoltre formulato per le parrocchie, le associazioni e i movimenti una proposta di “settimana della famiglia”, e sono auspicabili altre iniziative”.

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