Perdonare

Perdonare qualcuno equivale a dirgli: non voglio che tu muoia, ma che tu viva; voglio sempre soltanto il tuo bene. A fondamento dell’intero itinerario quaresimale si pone l’onnipotenza d’amore di Dio, la sua assoluta signoria su ogni creatura, che si traduce in indulgenza infinita, animata da costante e universale volontà di vita. In effetti, perdonare qualcuno equivale a dirgli: non voglio che tu muoia, ma che tu viva; voglio sempre e soltanto il tuo bene. Questa assoluta certezza ha sostenuto Gesù durante i quaranta giorni trascorsi nel deserto della Giudea, dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel Giordano. Quel lungo tempo di silenzio e di digiuno fu per Lui un abbandonarsi completamente al Padre e al suo disegno di amore; fu esso stesso un “battesimo”, cioè un’”immersione” nella sua volontà, e in questo senso un anticipo della Passione e della Croce. Inoltrarsi nel deserto e rimanervi a lungo, da solo, significava esporsi volontariamente agli assalti del nemico, il tentatore che ha fatto cadere Adamo e per la cui invidia la morte è entrata nel mondo (Sap 2,24); significava ingaggiare con lui la battaglia in campo aperto, sfidarlo senza altre armi che la fiducia sconfinata nell’amore onnipotente del Padre. Mi basta il tuo amore, mi cibo della tua volontà (Gv 4,34): questa convinzione abitava la mente e il cuore di Gesù durante quella sua “quaresima”.
Non fu un atto di orgoglio, un’impresa titanica, ma una scelta di umiltà, coerente con l’Incarnazione e il Battesimo nel Giordano, nella stessa linea di obbedienza all’amore misericordioso del Padre, che ha “tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,16).
Tutto questo il Signore Gesù lo ha fatto per noi. Lo ha fatto per salvarci, e al tempo stesso per mostrarci la via per seguirlo. La salvezza, infatti, è dono, è grazia di Dio, ma per avere effetto nella mia esistenza richiede il mio assenso, un’accoglienza dimostrata nei fatti, cioè nella volontà di vivere come Gesù, di camminare dietro a Lui. Seguire Gesù nel deserto quaresimale è dunque condizione necessaria per partecipare alla sua Pasqua, al suo “esodo”.
Adamo fu cacciato dal Paradiso terrestre, simbolo della comunione con Dio; ora, per ritornare a questa comunione e dunque alla vera vita la vita eterna, bisogna passare attraverso il deserto, la prova della fede.
Non da soli, ma con Gesù! Lui – come sempre – ci ha preceduto e ha già vinto il combattimento contro lo spirito del male. Ecco il senso della Quaresima, tempo liturgico contro lo spirito del male. Ecco il senso della Quaresima, tempo liturgico che ogni anno ci invita a rinnovare la scelta di seguire Cristo sulla via dell’umiltà per partecipare alla sua vittoria sul peccato e sulla morte”.

Come mai la liturgia quaresimale, nella prima Domenica, nella prima settimana di quaresima ci fa rivivere l’esporsi volontariamente di Gesù agli assalti del nemico, di Satana, il tentatore che ha fatto cadere, come ricorda la prima e la seconda lettura, Adamo e per la cui invidia la morte è entrata nel mondo? Con Satana, essere personale, ha ingaggiato la battaglia in campo aperto, lo ha sfidato senza altre armi che la sconfinata fiducia nell’amore onnipotente del Padre e lo ha vinto e anche noi lo possiamo vincere non da soli, ma con Gesù. Ma sarebbe fatalismo ammantato di fede ritenere che siccome Gesù lo ha vinto noi non ne parliamo più, pur con Vangelo così esplicito. Contro questa tentazione c’è la catechesi di Paolo VI del 15- XI – 1972:
-           “Il Male non è più soltanto una deficienza ma una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa, paurosa.
-           Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerlo esistente; ovvero chi ne fa un principio a se stante, non avente esso pure, come ogni creatura, origina da Dio; oppure lo spiega come pseudo realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni.
-           Bisogna difendersi contro quel male che chiamiamo demonio…un agente oscuro e nemico.
-           Il demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità. E’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana”.
La Quaresima è il tempo liturgico che ogni anno ci invita, fin dalla prima Domenica, a rinnovare la scelta di seguire Gesù che ci ha preceduto e ha già vinto il combattimento contro Satana, contro lo spirito del male e continua a vincerlo non senza di noi che preghiamo ogni giorno: “non abbandonarci nella tentazione”, “liberaci dal Male”. “Il Male indica la persona di Satana, che si oppone a Dio e che è “il seduttore di tutta la terra” (Ap. 12,9). La vittoria sul diavolo è già conseguita da Cristo. Ma noi preghiamo affinché la famiglia umana sia liberata da Satana e dalle sue opere. Domandiamo anche il dono prezioso della pace e la grazia dell’attesa perseverante della venuta di Cristo, che ci libererà definitivamente dal Maligno” (Compendio, n. 597).

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