Sviluppo

La crescita morale e spirituale di ogni persona umana al centro dell’azione politica

“La crisi che ha investito l’economia mondiale ha offerto la possibilità di ripensare il modello di crescita perseguito in questi ultimi anni. Nell’Enciclica Caritas in veritate ho ricordato che lo sviluppo umano per essere autentico deve riguardare l’uomo nella sua totalità e deve realizzarsi nella carità e nella verità. Ogni persona umana, infatti, è al centro dell’azione politica e la sua crescita morale e spirituale deve essere la prima preoccupazione di coloro che sono stati chiamati ad amministrare la comunità civile. E’ fondamentale che quanti hanno ricevuto dalla fiducia dei cittadini l’alta responsabilità di governare le istituzioni avvertano prioritaria l’esigenza di perseguire costantemente il bene comune, che “non è un bene ricercato per se stesso, ma per ogni persona che fa parte della comunità sociale e che solo in essa può realmente e più efficacemente conseguire il suo bene” (Caritas in veritate, 7). Affinché ciò avvenga, è opportuno che nelle sedi istituzionali si cerchi di favorire una sana dialettica perché quanto più le decisioni e i provvedimenti saranno condivisi tanto più essi permetteranno un efficace sviluppo per gli abitanti dei territori amministrati.

In tale contesto, desidero esprimere apprezzamento per gli sforzi compiuti da codeste Amministrazioni per venire incontro alle fasce più deboli ed emarginate della società, in vista della promozione di una convivenza più giusta e solidale. Al riguardo, vorrei invitarvi a porre ogni cura perché la centralità di ogni persona umana e la famiglia costituiscano il principio ispiratore di ogni vostra scelta…E’ opportuno che siano previste quelle strutture che favoriscono i processi di socializzazione, evitando così che sorga e si incrementi la chiusura nell’individualismo e l’attenzione esclusiva ai propri interessi, dannose per ogni convivenza umana. Rispettando le competenze delle autorità civili, la Chiesa è lieta di offrire il proprio contributo perché in questi quartieri ci sia una vita sociale degna dell’uomo…in particolare per quanto concerne la contribuzione dei nuovi complessi parrocchiali, che, oltre ad essere punti di riferimento per la vita cristiana, svolgono una fondamentale funzione educativa e sociale…Al riguardo mi piace ricordare che in alcuni quartieri, le comunità ecclesiali, consapevoli che l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo umano (ibid., 28), hanno realizzato gli “oratori dei piccoli”…Confido che una sempre più feconda sinergia fra le diverse istituzioni permetta il sorgere nelle zone periferiche, come anche nel resto della città, di analoghe strutture che aiutino i giovani nel loro compito educativo. Auspico, altresì, che possano essere adottati anche ulteriori provvedimenti in favore delle famiglie, in particolare di quelle numerose, in modo che l’intera città goda dell’insostituibile funzione di questa fondamentale istituzione, prima e indispensabile cellula della società.

All’interno della promozione del bene comune, l’educazione delle nuove generazioni, che costituiscono il futuro della nostra Regione, rappresenta la preoccupazione predominante che gli Amministratori della cosa pubblica condividono con la Chiesa e con tutte le organizzazioni formative…E’ davanti agli occhi di tutti la necessità e l’urgenza di aiutare i giovani a progettare la vita sui valori autentici, che fanno riferimento ad una visione “alta” dell’uomo e che si trovano nel patrimonio religioso e culturale cristiano una delle sue espressioni più sublimi…A tale scopo, la Chiesa chiede collaborazione di tutti, in particolare di quanti operano nella scuola, per educare ad una visione alta dell’amore e della sessualità umana. Desidero, a tal proposito, invitare tutti a comprendere che, nel pronunciare i suoi no, la Chiesa in realtà dice alla vita, all’amore vissuto nella verità del dono di sé all’altro, all’amore che si apre alla vita e non si chiude in una visione narcisistica della coppia. Essa è convinta che soltanto tale scelte possano condurre ad un modello di vita, nel quale la felicità è un bene condiviso. Su questi temi, come su quelli della famiglia fondata sul matrimonio e sul rispetto della vita dal concepimento fino al termine naturale, la comunità ecclesiale non può che essere fedele alla verità “che,sola, è garanzia di liberà e della possibilità di sviluppo umano integrale” (Ibid., 9) (Benedetto XVI, Agli Amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, 14 gennaio 2010).

In un mondo che, in ultima analisi, non è riducibile a matematica empiricamente verificabile, bensì amore, il minimo capace di amare e di essere amato diventa massimo; quel più piccolo che è capace di amare, diventa il più grande; il particolare concreto prevale sull’universale astratto; ogni persona, l’essere dono unico e irripetibile del Donatore divino è irreiterabile, è al tempo stesso il supremo e definitivo, lo scopo cui tutto subordinare. In una simile ampiezza di visione della rivoluzione cristiana ogni persona non è semplicemente un individuo, un esemplare riprodotto attraverso la divisione dell’idea nella materia, bensì proprio ‘persona umana’ ad immagine della persona divina del Figlio, figlia nel Figlio. Il pensiero greco e gran parte delle ideologie moderne liberali e marxiste, hanno interpretato i molti esseri singoli, anche i singoli esseri umani, sempre e unicamente come individui, come numeri, quindi secondari: l’essere autentico sarebbe l’uno e l’universale, l’umanità, la città, la classe, la razza, la nazione, la collettività, la maggioranza. Il cristiano, invece, vede in ogni essere umano concreto non un individuo, un numero, bensì una persona unica e irripetibile, sempre fine e mai riducibile a mezzo per altri o per altro. In questo passaggio dall’individuo alla persona sta tutta la tensione della transizione dall’antichità al cristianesimo, dal platonismo anche delle ideologie moderne alla fede. Ogni essere determinato non è affatto secondario: in quanto minimo è massimo; in quanto unico e irripetibile cioè persona è una realtà suprema e autentica, rivendicazione della centralità di ogni uomo e della sua libertà propria della cultura moderna e della democrazia, messa in crisi oggi da chi considera ogni individuo un semplice prodotto della natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile nella tecnoscienza di essere trattato come ogni altro animale.

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