II Domenica B

Cercare e trovare Cristo,
sorgente inesauribile di verità e di vita

Con la scorsa Domenica, nella quale abbiamo memorizzato e celebrato il Battesimo del Signore nel nostro battesimo, è iniziato il tempo ordinario dell’anno liturgico. La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un cammino di santità, e cioè di fede e di amicizia in compagnia ora di Cristo vivo, memorizzando coi
Vangeli il Gesù di allora, continuamente scoperto e riscoperto
quale Maestro e Signore, datore di ogni bene, Via, Verità e Vita di ogni uomo e nella storia umana. E’ quanto, nell’odierna liturgia, ci suggerisce sia l’episodio della vocazione di Samuele e sia nel Vangelo di Giovanni il primo incontro tra Gesù e alcuni di quelli che diventeranno suoi apostoli. Costoro erano discepoli di Giovanni Battista, e fu proprio lui a indirizzarli a Gesù, quando il giorno dopo il Battesimo nel Giordano con la rivelazione delle relazioni trinitarie dell’unico Dio, ripresentandosi lo indicò come “l’Agnello di Dio” (Gv 1,36) che toglie il peccato del mondo. Due dei suoi numerosi discepoli, allora, seguirono il Messia, il quale domandò loro: “Che cosa cercate?”. I due gli domandarono: “Maestro, dove abiti?”. E Gesù rispose: “Venite e vedrete”, li invitò cioè a seguirlo e a stare un po’ con Lui. Essi rimasero così colpiti nelle poche ore trascorse con Gesù che Giovanni, avanti negli anni, ricorderà perfino l’ora dell’incontro, le sedici del pomeriggio e che subito uno di loro, Andrea, ne parlò al fratello Simone dicendogli: “Abbiamo trovato il Messia”, il desiderato da ogni uomo, l’atteso del popolo di Dio. Ecco due parole significative che preparano l’incontro di salvezza con Cristo: “cercare”, “trovare”.
Possiamo estrarre dalla pagina evangelica odierna questi due verbi e ricavare un’indicazione fondamentale e concreta per il nuovo anno, che vogliamo sia un tempo in cui rinnovare il nostro cammino spirituale con Lui vivente memorizzando il Vangelo di Gesù in rapporto al vissuto concreto, nella gioia di cercarlo e trovarlo incessantemente sempre più conforme all’originario desiderio di Lui come il tutto attraverso l’incanto delle creature. La gioia più vera, infatti, sta nell’innalzare continuamente mente e cuore a Lui nel proprio e altrui essere Suo dono, con Lui incontrato, seguito, conosciuto, amato. Essere discepoli di Cristo ecclesialmente presente, vivo: questo basta al cristiano anche in tutte le difficoltà. L’amicizia con il Maestro assicura all’anima pace profonda e serenità anche nei momenti bui e nelle prove più ardue. Quando la fede si imbatte in notti oscure, nelle quali non si “sente” e non si “vede” più la presenza continua di Dio nelle creature, l’amicizia di Gesù, l’innamoramento di Cristo garantisce che in realtà nulla può mai separarci dal suo amore (Rm 8,39).
Cercare e trovare Cristo presente e operante, sorgente inesauribile di verità e di vita veramente vita anche morendo: la parola di Dio ci invita a riprendere, all’inizio di un nuovo anno, questo cammino di fede mai concluso. “Maestro dove abiti, dove ti incontro?”, diciamo anche noi a Cristo ed Egli ci risponde: “Venite e mi vedrete in ogni volto umano, in tutte le creature”. Per il credente è sempre un’incessante ricerca e una nuova scoperta, perché Cristo vivo è lo stesso ieri, oggi e sempre, ma noi, il mondo, la storia, non siamo mai gli stessi, ed Egli ci viene incontro per donarci il suo perdono, la sua comunione e la pienezza della vita, garantendoci che non finiamo in polvere. Chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci a maturare gli stessi sentimenti di Gesù, gustando ogni giorno la gioia di penetrare sempre più nel suo mistero.

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